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La tartaruga Gui spiaggiata tre mesi fa torna in mare: “Ha solo tre pinne, ma potrà vivere libera”

La tartaruga si era spiaggiata a metà marzo in pessime condizioni di salute: oggi, dopo quasi tre mesi, Gui sta meglio ed è stata liberata in mare.
A cura di Beatrice Tominic
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La tartaruga Gui prima di essere lasciata libera nelle acque del porto di Anzio, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".
La tartaruga Gui prima di essere lasciata libera nelle acque del porto di Anzio, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".

Era stata trovata sulla spiaggia di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, lo scorso 12 marzo. La tartaruga, un esemplare di Caretta Caretta, era ferita e disidratata: oggi, in occasione della Giornata mondiale degli Oceani, dopo quasi tre mesi di cure, la tartarughina è stata liberata nella acque del porto di Anzio. A prendersi cura dell'animale, oltre alla Regione Lazio con la rete TartaLazio della Direzione Ambiente, anche la Guardia di Finanzia e Fondazione Zoomarine.

Non appena rinvenuta sulla spiaggia, la tartaruga è stata portata al Primo Soccorso della Fondazione Zoomarine: pesava appena 1,4 chili; la pinna anteriore le era stata amputata e aveva anche una lesione sulla testa, oltre ad alcune ferite al collo, probabilmente causate dopo essere rimasta intrappolata in reti, lenze o cime. Ribattezzata Gui, oggi è cresciuta e pesa circa 2 chili, mangia autonomamente ed è in grado di nuotare. È stata liberata dal Gruppo operativo Aereo Navale Guardia di Finanza di Civitavecchia, operativo nel porto di Anzio.

La tartaruga Gui dopo essere stata liberata nelle acque del porto di Anzio, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".
La tartaruga Gui dopo essere stata liberata nelle acque del porto di Anzio, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".

"Avendo solo 3 pinne, avrà sempre qualche difficoltà in più rispetto ai suoi simili, ma potrà vivere naturalmente e soprattutto potrà riprodursi, contribuendo così a salvare la sua specie a rischio estinzione", ha spiegato Giancarlo Righini, consigliere regionale e assessore al Bilancio, Agricoltura e Sovranità Alimentare della Regione Lazio.

La Rete Tarta della Regione Lazio che salva le tartarughe

Non appena rinvenuta sulla spiaggia, la tartaruga Gui era stata affidata alla rete regionale per il recupero e la salvaguardia delle Tartarughe marine, Tarta Lazio. Oltre a lei, sono moltissime le tartarughine in difficoltà che da anni trovano cure e aiuto da Tarta Lazio, rete della Direzione Ambiente della Regione Lazio istituita nel 2017.

Fino ad oggi, insieme agli specialisti di Zoomarine e grazie al contributo dell’Istituto Anton Dohrn di Napoli, l'organizzazione ha riportato alla libertà circa 60 tartarughe. In vista dell'estate, quando inizierà la stagione della nidificazione, la Rete attiverà dei monitoraggi sulle coste laziali, dove spesso vengono deposte le uova.

La tartaruga Gui durante le cure, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".
La tartaruga Gui durante le cure, foto dal profilo Facebook "Regione Lazio".
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