La storia di Jack Lametta: lo sfregiatore seriale che ha terrorizzato Roma negli Ottanta
Sono passati quasi quaranta anni dalla prima vittima di quello che la città di Roma ha conosciuto come "Jack Lametta", l'aggressore che negli anni Ottanta sfregiava le sue vittime al volto: la sua vera identità, infatti, non è mai stata trovata. Il primo episodio che vede Jack Lametta protagonista accade nel primo giugno del 1983, in viale Spartaco nel quartiere Appio Claudio, poco distante dal Parco degli Acquedotti. Qui, nel corso della mattinata, alle 9.30 circa, viene aggredita una 67enne che sta andando a fare la spesa al mercato: un giovane le sfiora la guancia e scappa. Soltanto dopo qualche secondo, alla vista del sangue sulla mano con cui si è toccata la guancia, comprende che il ragazzo le ha sfregiato il volto.
La psicosi dello sfregiatore seriale
A poche ore di distanza dalla prima aggressione, lo stesso destino colpisce anche un uomo di 70 anni che, invece, sta per entrare nella chiesa di San Giovanni Bosco, nel quartiere omonimo. Stavolta, però, arriva un'informazione in più: il malcapitato, infatti, vede che il giovane aggressore tiene in mano una lametta. É proprio dall'arma usata, un banale rasoio da barbiere, che la stampa lo rinomina Jack Lametta. Nei giorni successivi continuano gli agguati. La terza vittima, colpita a pochi passi dal Parco degli Acquedotti, è una signora di 62 anni e la quarta, ad un'ora di distanza, è un uomo di 76. Il 6 giugno, resta ferita anche una signora di 68 anni che, diretta al mercato rionale, sta camminando fra via Curione e via di Centocelle poco dopo le 9 di mattina. Fino a questo momento non si sa ancora molto sull'aggressore che, in alcuni identikit realizzati a matita, viene descritto come un uomo giovane, fra i 25 e i 30 anni, alto circa un metro e ottanta con i capelli castani che spesso indossa pantaloni chiari e camicia azzurra a righe. Insomma, un ragazzo qualunque. Stando all'età delle prime 5 vittime, però, all'inizio si pensa che abbia nel mirino solo persone di una certa età: fino ad ora, infatti, la più giovane delle vittime ha 62 anni.
Jack Lametta e tre vittime più giovani
I poliziotti vengono presto smentiti: sono le 13 quando ad essere aggredita è una ragazza di 24 anni in via Muzio Scevola, appena uscita dalla propria abitazione per andare a comprare le sigarette. Stavolta, dalla descrizione fornita dalla ragazza, emerge un nuovo particolare che contraddistingue Jack Lametta: oltre ai capelli castani e alla lametta ancora fra le mani, porta i baffi. Prima di scappare, inoltre, le dice a bassa voce: "Tanto la pagheranno tutte". Nella mattinata dell'8 giugno è un'altra donna giovane, di appena 22 anni, ad essere sfregiata davanti al portone di casa, nella zona di Torpignattara. Prima che Jack Lametta riesca a scappare, però, la donna vede che indossa un paio di jeans e una maglietta a righe rosse. L'ultima vittima, infine, è una donna di 33 anni affetta da poliomelite, che viene sfregiata al mercato rionale il 9 giugno e che non si accorge del taglio fino a quando alcuni passanti le indicano la ferita.
Telefonate all'ANSA, finti avvistamenti e aggressioni false
La psicosi creata intorno alla figura di Jack Lametta si diffonde a Roma in fretta e resta per tutta l'estate. Nel giugno 1983, mentre la città e l'intera nazione si stanno occupando della sparizione di due ragazze, quella di Mirella Gregori (avvenuta il 7 maggio) e di Emanuela Orlandi (sparita, invece, il 22 giugno), nel quadrante di Roma sud est continua il mistero di Jack Lametta. Alla polizia vengono denunciati falsi avvistamenti sulla base dei vestiti o per il possesso di lamette (in alcuni casi verranno fermati alcuni rapinatori dopo i furti). Alla follia collettiva, si aggiunge anche un uomo che, al telefono con la redazione dell'ANSA, dice di essere proprio Jack Lametta: ai giornalisti spiega che agisce contro le donne perché scelgono sempre "uomini belli, ricchi e brillanti" e che gli uomini colpiti sarebbero soltanto frutto di un errore. Secondo gli agenti si tratta soltanto di un mitomane, eppure dopo aver detto di voler concludere con le aggressioni, gli agguati termineranno realmente.
Il ritorno di Jack Lametta
La vicenda sembra essersi conclusa, fino a quando, nella serata del 16 ottobre del 1995, nella zona di via della Caffarella in via Latina, riappare l'incubo dello sfregiatore seriale. Ne restano vittima una ragazza di 21 anni con un taglio alla nuca; una dottoressa di 45 che riporta una ferita alla scapola destra; una donna che lavora come portiera in un palazzo che, per ripararsi il volto, resta con i tendini della mano sinistra spezzati e una mamma 43enne che viene aggredita mentre sta andando a prendere il figlio in un centro sportivo. È lei la vittima con la ferita più grave: 38 punti di sutura nella parte sinistra del volto, dalla tempia allo zigomo. Da quel momento non si è più sentito parlare di lui, se non nel cortometraggio prodotto nel 2017 "Taglia corto!" che ripercorre la vicenda. L'identità di Jack Lametta, invece, resta ancora oggi sconosciuta e lo sfregiatore seriale impunito.