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La storia di Arianna Cimino, licenziata dalla coop dopo 21 anni mentre è in coma

Arianna Cimino, 49 anni soffre di fibrosi cistica e si è sottoposta a un trapianto di polmoni per poter iniziare una nuova vita. Ma quando si è svegliata dal coma ha scoperto che la cooperativa dove lavorava l’aveva licenziata dopo 21 anni assieme ad altre 12 persone, tutte categorie fragili. La coop si difende parlando di pesanti perdite economiche, mentre i lavoratori hanno intentato una causa legale.
A cura di Redazione Roma
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Arianna Cimino ha 49 anni ed è malata di fibrosi cistica. A causa della sua malattia si è dovuta sottoporre ad un trapianto di polmoni. Un'operazione delicata, che avrebbe dovuto aprirgli le porte di una nuova vita, e invece al risveglio dal coma in cui era stata indotta ha scoperto di aver perso il lavoro. Proprio durante il periodo di ricovero e decorso post operatorio infatti la cooperativa sociale Acapo per la quale lavorava da ventuno anni, l'ha licenziata e assieme a lei altre dodici persone con fragilità. Per la coop la donna aveva svolto diversi lavori, in particolare negli ospedali romani tra l'accettazione e i servizi di centralino.

"La coop non mi ha neanche restituito la quota sociale"

Ora Arianna è uscita dall'ospedale è senza lavoro, con un periodo di convalescenza difficile davanti e una situazione di salute ancora precaria. La 49enne ha intentato una causa al Tribunale di Roma assieme ai suoi colleghi, ma ha rifiutato la proposta di Acapo ritenendola in accettabile come spiegato da lei stessa in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera: "Il 6 maggio scorso c’è stato il tentativo di conciliazione, ma abbiamo rifiutato perché ci hanno proposto quattro mensilità senza reintegro. Non è giusto, io voglio ancora lavorare e poi non saprei come mantenermi. Ho chiesto di ridarmi la mia quota sociale perché in questo momento ne ho bisogno ma mi hanno detto che non hanno soldi… però hanno vinto tante nuove commesse, dal call center 060606 fino a molti servizi nell’area Covid, come la prenotazione dei tamponi".

Per la cooperativa i licenziamenti sono per giusta causa

Ma per la coop non è così, e ha giustificato gli esuberi con le perdite economiche subite in questi mesi, spiegando di aver cercato una soluzione per le persone con fragilità assunte lungo agli anni per tramite delle istituzioni affinché possano essere ricollocate al più presto.

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