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La statua di Bernini che il ministero sposta dove fa comodo: ora a Fiumicino, prima alla sagra del mandorlo

Da anni il ‘Salvator Mundi’, l’ultima opera del Bernini (da alcuni ritenuta non autentica), viene spostata a piacimento dal Ministero dell’Interno, proprietario dell’opera.
A cura di Enrico Tata
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Adesso la hall dell'aeroporto di Fiumicino, prima la sagra del Mandorlo in Fiore di Agrigento. Da anni il ‘Salvator Mundi', l'ultima opera del Bernini, viene spostata a piacimento dal Ministero dell'Interno, proprietario dell'opera. Grazie alla collaborazione con il Fondo Edifici di Culto del Viminale, adesso i passeggeri in partenza dal più importante scalo romano potranno ammirare il testamento spirituale del grande artista.

Come detto, non è la prima volta che la statua viene spostata dalla sua collocazione originaria, la Basilica di San Sebastiano Fuori le Mura. Nel 2016 fece scalpore la richiesta di trasferimento dell'opera, fragile e di valore inestimabile, ad Agrigento per la sagra del Mandorlo. Anche Vittorio Sgarbi all'epoca accusò: "Questo era destinato ad un'altra città e poi è stato dirottato in quella di Alfano, un'operazione politica nel collegio elettorale del Ministro". In quegli anni Angelino Alfano era ministro degli Interni.

Tra l'altro sull'autenticità dell'opera sia Sgarbi che lo storico dell'arte Tomaso Montanari nutrono dei forti dubbi. Gian Lorenzo Bernini, padre del Barocco, realizza come ultima sua opera (ormai ottantenne) l'immagine del Salvator Mundi, Gesù benedicente, e dona la statua alla regina Cristina di Svezia, che la espone nel suo palazzo in via della Lungara, l'attuale Palazzo Corsini. Alla morte, la regina lascia la statua a papa Innocenzo XI Odescalchi.

Alla metà del Settecento si perdono le tracce del Salvator Mundi, ma nel 1972 viene identificato in un'opera marmorea esposta al Chrysler Museum di Norfolk, in Virginia. Nel 2001 viene scoperta un’altra versione in San Sebastiano fuori le Mura a Roma, sulla Via Appia antica. La critica lo ritiene l'originale del Bernini, ma Montanari pensa si tratti invece di un'opera dello scultore Giuseppe Mazzuoli, seguace del più famoso artista.

"Ho passato una bella parte della mia vita a studiare Bernini (credo che l'opera oscenamente deportata a Fiumicino sia invece di Mazzuoli). E una cosa so: che ora Gian Lorenzo, ovunque sia, li maledice", ha scritto Montanari su Twitter. L'associazione Mi Riconosci, che lotta per i diritti dei lavoratori della Cultura, ha twittato: "Per il ministero dell'Interno, un'opera sacra del XVII secolo, unica al mondo, è "guest star" all'aeroporto. Poi sono gli stessi che difendono le tradizioni".

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