La sorella di Paolo Pasqualini, sbranato da tre rottweiler: “Poteva essere una strage”

La famiglia di Paolo Pasqualini, l’uomo ucciso da tre rottweiler mentre stava passeggiando nel bosco di Manziana, lanciano un appello ad altre persone aggredite da cani: “Cerchiamo testimonianze per capire quali vuoti normativi ci sono in Italia e come cambiare finalmente le cose”.
A cura di Simona Berterame
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"Cerco testimonianze di persone aggredite da cani, sono interessata ad ogni storia per capire quali vuoti normativi ci sono in Italia su questo tema". A lanciare l'appello è Priscilla Pasqualini, sorella minore di Paolo ovvero l'uomo sbranato da tre rottweiler la mattina dell'11 febbraio scorso nel bosco di Manziana. A febbraio la vita di queste due donne è stata completamente stravolta da un evento brutale e fuori da ogni logica. A mesi di distanza dalla morte di Paolo, stanno cercando il modo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema e chiedere maggiori controlli per chi detiene cani di razze considerate più problematiche. "Non esistono cani pericolosi ma padroni pericolosi" le fa eco la mamma Simonetta.

La vicenda

Quella domenica di inizio febbraio i tre rottweiler sono fuggiti da un abitazione poco distante dall'ingresso del bosco. I loro proprietari, Patrizio Pintus e la sua ex moglie Giovanna Minnelli, oggi sono entrambi indagati per omicidio colposo.

La difesa dei proprietari dei cani

Ma come è stato possibile che tre cani di quella stazza siano riusciti a fuggire dal giardino della propria abitazione per raggiungere il bosco poco distante? L'ipotesi della difesa dei due proprietari dei cani è che un evento esterno (un animale selvatico ad esempio) possa aver creato un buco nella recinzione e quindi provocato la fuga dei tre rottweiler.

"Il cancello è sempre stato chiuso perché ovviamente uno vuole evitare che estranei entri all'interno della mia proprietà – ci ha spiegato il loro legale Giancarlo AscanioQuindi noi addebitiamo il fatto a un episodio, a un evento che sostanzialmente è imprevedibile. Questi cani hanno una media di quattro cinque anni non sono mai scappati prima e non hanno mai dato segni di aggressività, perciò quello che è purtroppo accaduto è un evento eccezionale che i miei clienti non potevano immaginare". Non sono dello stesso parere i familiari della vittima. "Non stiamo parlando di una disattenzione, di una negligenza. Quei cani potevano uscire da qualunque parte e in ogni modo ed è evidente guardando l'esterno dell'abitazione e il doppio recinto fatto con delle reti di materassi – replica Priscilla Pasqualini – Quindi per me tu  non è che hai accettato il rischio che potessero uscire proprio fregato se potessero non potessero uscire".

Ma c'è un altro elemento in questa vicenda. Secondo la famiglia Pasqualini, difesa dall'avvocato Celestino Gnazi,  l'indagato Pintus non sarebbe proprietario solo dei tre rottweiler protagonisti di questa triste storia. In totale sarebbero infatti undici i cani (tutti rottweiler) registrati all'Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). "Possibile che quella persona risultava proprietaria di ben undici cani e nessuno è andato a verificare la sicurezza di quel cancello?" si chiede Priscilla. Su questo abbiamo chiesto una replica all'avvocato dei due imputati: "Mi risulta che il signor Pintus abbia avuto in passato degli animali della stessa razza che li abbia regolarmente registrati. È possibile che le verifiche che sono state fatte siano riferibili ad animali che il Pintus ha avuto in passato ma che non erano presenti all'interno dell'abitazione. Quel numero in particolare non mi risulta ma se sono stati registrati significa che le cose sono state fatte secondo secondo la legge".

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