La situazione nei pronti soccorsi del Lazio: accessi pazienti Covid-19 quadruplicati in un mese
Gli accessi dei pazienti nelle aree Covid dei pronti soccorsi del Lazio sono quadruplicati tra l'inizio e la fine di ottobre. Nell'ultima settimana del mese sono stati registrati 1.531 accessi in pronto soccorso per polmonite da Covid-19, il doppio di quanto si era osservato nel picco dello scorso marzo (durante la prima ondata) e ben tre volte in più rispetto al numero di accessi per polmonite che si sono avuti nello stesso periodo del 2018 e del 2019. La necessità di tanti ricoveri per i pazienti Covid ha determinato il sovraffollamento dei reparti di emergenza, che ha provocato a sua volta il blocco dei mezzi del 118 negli ospedali. Sono dati elaborati dalla Regione Lazio e riportati nero su bianco nell'ordinanza firmata da Nicola Zingaretti lo scorso 5 novembre.
Dall'analisi dei dati a partire dal mese di settembre si osserva, tuttavia, una riduzione del 9 per cento del numero di accessi nei pronti soccorsi per tutte le cause rispetto allo scorso anno. Parallelamente, però, si è avuto un 20 per cento in più (rispetto al 2019) di pazienti che sono stati ricoverati. Si è passati dai circa 30 ricoveri al giorno di inizio ottobre ai circa 150 di fine ottobre. Per quanto riguarda gli accessi nei pronti soccorso, si è passati dai circa 100 di inizio mese ai 400 al giorno di fine mese. Sono diminuiti, di poco, gli accessi per sindrome coronarica acuta e per ictus, mentre è rimasto stabile il numero dei pazienti in arrivo per traumatismi (fratture per esempio).
Curva dovrà abbassarsi entro novembre, altrimenti saranno guai
Sulla base di questi dati la Regione Lazio ha deciso di aumentare i posti letto disponibili negli ospedali della rete Covid, arrivando a circa 5.300 letti in tutto il territorio, di cui 900 di terapia intensiva. Questo considerando 150 ricoveri al giorno nei reparti ordinari e 15 in quelli di terapia intensiva e considerata la permanenza media dei pazienti in questi reparti di 14 e 21 giorni rispettivamente. Questo scenario sarà sostenibile fino a fine novembre, poi la curva dei ricoveri dovrà cominciare a scendere (grazie alle misure restrittive introdotte). Se questo non avverrà, per il Lazio saranno guai seri. Se il ritmo dei ricoveri non accennerà almeno a stabilizzarsi nei prossimi giorni, in altre parole, questo significherebbe l'introduzione di ulteriori e severe misure restrittive.
Il Lazio rimarrà zona gialla, per ora
Per ora gli indicatori del Lazio non prefigurano il passaggio da zona gialla a zona arancione, perché ad oggi i parametri sono ancora buoni rispetto a quelli di altre regioni. Tra l'altro l'indice Rt di Roma e provincia (la Capitale è particolarmente pericolosa, ovviamente, per le sue dimensione e per i flussi di persone che vi transitano) è pari a 1,18, molto basso rispetto alle altre grandi città italiane. Come detto, però, a preoccupare è soprattutto l'aumento dei ricoveri. E lo stesso Istituto Superiore di Sanità nell'ultimo report disponibile indicava come nel Lazio vi sia il 50 per cento di possibilità che nei prossimi 30 giorni di assista a un'escalation ad alto rischio.