La sera prima già in Lamborghini, mio figlio voleva un selfie”: il racconto dell’incidente a Roma
"Li abbiamo visti ieri sera qui in quartiere. Ho un figlio di sette anni che mi ha chiesto di fare un selfie con loro, i ragazzi del quartiere li conoscono tutti. Li prendono come modello di vita, e invece non è così che deve essere". Abbiamo parlato con una donna che abita a Casal Palocco e che nella serata di ieri aveva già incontrato i ragazzi, i The Borderline, che il giorno successivo sono rimasti coinvolti nell'incidente costato la vita a un bambino di cinque anni. La challenge, quindi, andava avanti da diverse ore. Il gruppo di youtuber stava realizzando un video da pubblicare sui social, '50 ore in Lamborghini'. Quello che doveva essere un filmato simpatico e divertente si è trasformato in tragedia, con una famiglia distrutta e un piccolo di cinque anni morto.
La donna il giorno dell'incidente era vicina al luogo della tragedia. Quando ha visto le macchine coinvolte ha subito capito che gli youtuber erano coinvolti. "Già da lontano mi sono accorta che erano loro perché ho riconosciuto la macchina – ha continuato – Già vedendo l'auto della mamma del bimbo completamente distrutta ho capito che era grave, in quattro hanno dovuto tirarla fuori dalle lamiere".
I soccorritori hanno provato immediatamente a rianimare il bambino, ma le sue condizioni erano troppo gravi. Sembra che la Lamborghini abbia impattato con il muso dal lato in cui era il piccolo, seduto sul seggiolino e appena uscito dall'asilo. Ferite anche la madre e la sorellina di appena tre anni, ricoverate in ospedale e poi dimesse perché non in pericolo di vita.
"Mi chiedo se quella macchina poteva essere guidata da ragazzi di vent'anni – conclude la signora – sono auto difficili da guidare, hanno talmente tanti cavalli che come tocchi il pedale prendono velocità. Non abbiamo noi tutta questa esperienza di guida dopo quindici anni di patente, com'è possibile gliel'abbiano affittata?". Il guidatore, adesso indagato per omicidio e lesioni stradali Matteo Di Pietro, ha quasi ventuno anni: per legge, auto di quella cilindrata possono essere guidate dopo un anno dal conseguimento della patente di guida. Ma verifiche sono in corso per controllare se effettivamente avesse i requisiti per portare quella macchina.