La sarta di Sofia Loren accoltella il marito e va ai domiciliari. L’uomo: “Fateci tornare insieme”

Era stato accoltellato da sua moglie, l'84enne sarta di Sofia Loren, nell'agosto scorso: adesso l'83enne Paolo Tanasi, però, ha iniziato a sentirne la mancanza. Dopo 36 anni di relazione la donna lo ha accoltellato l'8 agosto scorso: da quel momento, accusata di lesioni gravi, si trova ai domiciliari in una struttura delle suore di Santa Caterina, dove era stata trasferita grazie all'intervento della Garante. Il marito, curato in ospedale e poi tornato a casa, oggi si trova nella casa che hanno condiviso per 36 anni. "I criminali sono fuori e lei dentro – ha dichiarato Paolo a il Corriere della Sera – Scemi, me l'hanno incarcerata". Così, in aiuto dell'83enne, è arrivato il medico che ha inviato una segnalazione a piazzale Clodio sull'accoltellamento.
È proprio lui che, qualche giorno fa, ha deciso di scrivere al gip Paolo Andrea Taviano: "La signora soffre di una leggera forma di epilessia, l'accoltellamento è stato frutto di spossatezza e patologie antiche – ha segnalato il medico – Si è trattato di un taglio poco profondo: la fuoriuscita del sangue è stata la conseguenza dell'uso dei farmaci anticoagulanti che facevano parte della terapia seguita da Paolo".
La segnalazione inviata al gip
Dove si trova oggi la sarta Loretta, che negli anni da figurante e sarta a Cinecittà ha cucito gli abiti di Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi e tanti altri, non riuscirebbe neanche a mangiare. "Troppi piatti speziati, secondo la tradizione di altri Paesi. Noi siamo abituati alla semplicità", ha dichiarato il marito. E, ripensando all'accoltellamento e al ricovero al policlinico di Tor Vergata, ha aggiunto: "Si è trattato di un taglietto, i medici mi hanno tenuto recluso per quindici giorni, ma non era un taglio profondo. Il coltello ha reciso, invece, consuetudini e tenerezza. E questa solitudine allora? Chi ci pensa a me?"
E alla presenza di una seconda donna nella vita dell'uomo, Paolo risponde spiegando che si è trattato di un equivoco: l'altra donna, una decina d'anni più giovane dei due, ogni tanto l'avrebbe accompagnato per qualche commissione in farmacia o alle visite mediche. "Forse non sono stato abbastanza premuroso con mia moglie", ha dichiarato il marito della sarta.
Oggi marito e moglie si sentono in videochiamata, anche grazie all'intervento della Garante capitolina dei diritti dei detenuti, Gabriella Stramaccioni, che fin da subito ha preso a cuore il caso. Per prima, Stramaccioni ha denunciato le condizioni in cui la donna è stata arrestata: "Prelevata dalla sua casa in pigiama senza neppure poter prendere la dentiera", aveva raccontato la Garante. Adesso si sta lavorando ad una nuova soluzione, magari una residenza che possa accoglierli insieme.