La Sapienza perde 8 posizioni nella classifica delle università: è 124esima al mondo
Non arrivano buone notizie per le università italiane che, soprattutto a causa dei risultati della ricerca, perdono posizioni nelle classifiche internazionali. Nell'edizione 2024 di quella redatta ogni anno dal Center World University Rankings (Cwur) il 75 per cento degli atenei italiani è sceso in classifica. Nella classifica, che comprende i migliori 2mila atenei ed enti di ricerca di 94 Paesi (ma sono bel 20.966 le università prese in esame), la prima università italiana è La Sapienza di Roma, che si classifica al 124esimo posto.
I parametri presi in considerazione dallo studio sono la qualità dell'istruzione (25%), l'occupabilità (25%), la qualità dei docenti ( 10%) e la ricerca (40%).
La Sapienza perde ben 8 posizioni nella classifica 2024
Al primo posto delle università del nostro Paese, come detto, c'è La Sapienza, che però perde ben otto posizioni, scendendo dal 116esimo al 124esimo posto. Ci sono miglioramenti nella qualità dell'istruzione, nell'occupabilità e nella qualità degli indicatori delle facoltà, ma c'è un calo nella ricerca.
Non va meglio agli altri atenei italiani: Padova passa dal 171mo al 173mo posto e Milano, per esempio, scende dal 180mo al 186mo posto. Ci sono poi le università di Bologna al numero 201 e all'Università di Torino al 245mo posto. Seguono l'Università di Napoli Federico II (253), l'Università di Firenze (267), l'Università di Genova (286), l'Università di Pisa (288) e l'Università di Pavia (321).
Università italiane in crisi e andrà peggio senza investimenti su ricerca
Ben 51 università italiane peggiorano il proprio risultato rispetto allo scorso anno, mentre soltanto 16 atenei migliorano la propria classifica. Questo calo, come anticipato, è dovuto ai risultati della ricerca. La concorrenza globale di università ben finanziate ha fatto perdere competitività alle nostre.
"È chiaro che la posizione dell'Italia nel campo dell'istruzione e della ricerca è sempre più sotto pressione a seguito della crescita dei sistemi di istruzione superiore in tutto il mondo; solo in Cina gli investimenti in ricerca sono cresciuti del 33%. Senza ulteriori investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, l'Italia rischia di diminuire ulteriormente in futuro le proprie performance", ha spiegato Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings.