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La Regione Lazio sostiene il congedo di paternità obbligatorio: “I figli non sono solo delle madri”

La mozione è stata approvata all’unanimità. “Un passo importante”, hanno spiegato la consigliera Eleonora Mattia e la coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico Marta Bonafoni a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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La Regione Lazio da oggi sostiene il congedo di paternità obbligatorio in sede nazionale. La mozione presentata a firma delle consigliere del Partito Democratico Eleonora Mattia e Marta Bonafoni è stata approvata all'unanimità. "Il fatto che la Regione Lazio si sia presa questo impegno è un bel segnale per tutte e tutti", commentano le consigliere.

Perché è necessario il congedo di paternità

"Si scrive congedo parentale, si legge in almeno diversi modi- aggiunge a Fanpage.it Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico e consigliera regionale del Lazio – In primis è necessario per stimolare la condivisione dei luoghi di cura fra padre e madre non soltanto per agevolare gli aspetti della vita delle donne, ma anche per redistribuire e dare la possibilità di occuparsi di figli e figlie per i primi giorni e mesi di vita anche ai padri".

Inoltre è un passo in avanti contro le discriminazioni e la violenza di genere: "Insistiamo spesso con l'educazione all'affettività e ai sentimenti. Giovani, anche durante le manifestazioni, chiedono di avere un ruolo nella cura di figli e figlie. Non c'è scritto da nessuna parte che quando un bambino o una bambina nasce sia solo la madre a doversene occupare. Così facendo il padre si riapproprierebbe di quella sfera emotiva che spesso viene messa da parte e la cui mancanza potrebbe portare alla violenza. Senza contare i cambiamenti che una misura del genere porterebbe, di conseguenza, ai dati sull'occupazione delle donne".

Una situazione analizzata con Fanpage.it anche da Eleonora Mattia, prima firmataria della mozione: "Non solo alleggerimento per le donne e redistribuzione più equa del lavoro di cura, ma anche uno strumento per ripensare all'intero ecosistema famiglia, compresi i bambini, che ne gioverebbe".

Congedo di paternità e occupazione femminile

Mentre nei Paesi scandinavi il congedo, paritario, è di 12 mesi, in Spagna di tre mesi e in Francia di un mese, in Italia è di appena 10 giorni: "Su questo siamo fanalino di coda, ma si tratta di uno strumento eccezionale di empowerment per l'occupazione femminile. Oggi alla prima, ancora di più alla seconda gravidanza, le donne sono costrette ad abbandonare il lavoro – continua Bonafoni –  E così non contribuiscono alla crescita del Paese, piuttosto al suo stare permanentemente in crisi. I dati dimostrano che dove funziona la redistribuzione dei ruoli, continua a crescere anche il Pil".

La proposta presentata al livello nazionale come Partito Democratico prevedeva cinque mesi di congedo paritario pienamente retribuito e non trasferibile fra madre e padre. Presentata dalla segretaria Pd Elly Schlein, è stata bocciata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Con la mozione votata all'unanimità e sottoscritta da tutte le opposizione diciamo alla Regione Lazio e a tutta la giunta di fare da stimolo per un dibattito che stenta a decollare che il congedo di paternità non è più procrastinabile: è uno strumento che richiede risorse, ma i dati ci dicono che porta vantaggi in termine di risorse e crescita", sottolinea Bonafoni.

"Nella pratica un cambiamento dipenderà dalla volontà politica della Giunta Rocca di dare seguito alla mozione, che è un atto di indirizzo politico, un impegno che ci fa ben sperare visto che, pur essendo stato presentato da una forza di opposizione, è stato votato all'unanimità da tutto il Consiglio regionale e ben accolto dal governo regionale", ha aggiunto Mattia.

Secondo quanto raccolto, in Italia nel 2022 su 59.445 dimissioni volontarie, 43.284 cioè il 72,8% si riferiscono a donne. In particolare, nella regione Lazio, in base ai dati forniti dagli Ispettorati Territoriali regionale e provinciali, ci sono stati 4.618 provvedimenti convalidati  di cui 3.556, cioè il 77%, relativi a lavoratrici madri.

"In questi ultimi giorni, stiamo presentando mozioni analoghe in quasi tutti i consigli regionali, sia in quelle in cui il Pd si trova in maggioranza che in opposizione – precisa Bonafoni – Per la natalità abbiamo bisogno di politiche concrete, non guerre ideologiche. Sicuramente oggi in Aula, grazie anche all'approvazione unanime di questa mozione, è stata scritta una pagina diversa di politica, è stata una giornata significativa. Di fronte alle prossime elezioni amministrative e alle europee anche la destra ha capito che i temi proposti dal centrosinistra non sono temi di parte, ma che dialogano con le sofferenze sociali del nostro Paese. E che possono permettersi di ignorarli o di agitarle politicamente e ideologicamente soltanto fino ad un certo punto".

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