La Regione Lazio commissaria il diritto allo studio: a rischio contributi regionali e nuovi alloggi
Più studentati e maggiori tutele: queste le richieste esposte alla Regione Lazio lo scorso 18 maggio quando, al termine della mobilitazione degli studenti fuorisede e pendolari della Sapienza che si sono accampati con le tende sotto la statua della Minerva, si è tenuto l'incontro con le istituzioni.
Un incontro deludente con risposte troppo vaghe quello durante il quale avevano chiesto un confronto costante nel corso dei mesi con Lazio Disco, l'Ente regionale che si occupa del diritto allo studio e che gestisce la rete di alloggi e borse di studio universitarie. A tre mesi dalla prima seduta del nuovo Consiglio Regionale, però, non essendo state riconosciute le nomine del Consiglio di Amministrazione Lazio Disco, l'ente è stato commissariato: un duro colpo per gli studenti che non avranno più nessuna rappresentanza studentesca. L'assessore dell'Università della Regione Lazio, Giuseppe Schiboni, avrebbe già provato a tranquillizzare gli studenti, garantendo la puntualità nell'erogazione delle borse di studio e una soluzione rapida per porre fine al commissariamento. Ma i dubbi restano tanti.
"Avevamo inviato una lettera ad inizio giugno in cui chiedevamo la nomina dei componenti, ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta – ha spiegato a Fanpage.it Giovanni Grant, rappresentante degli studenti per Primavera degli Studenti – La nostra priorità è vedere garantiti tutti i diritti che spettano agli e alle studenti. Commissariare un ente regionale quando funziona bene, come nel caso di Lazio DiSco, è una scelta folle: questo dovrebbe avvenire quando ci sono difficoltà. L'auspicio, adesso, è che il commissario (non ancora nominato, ndr) possa almeno ascoltare e recepire le nostre richieste".
Cosa rischiano gli studenti fuorisede dopo il commissariamento dell'ente regionale per il diritto allo studio
Le informazioni sul commissariamento di Lazio DiSco, avvenuto tre giorni fa, sono ancora pochissime. "Sicuramente i bandi non sono a rischio: rappresentano i servizi essenziali e dipendono dall'amministrazione. Ma non possiamo escludere ritardi – ha continuato Grant – Lavorare su housing pubblico e nuovi alloggi sarà difficile. Il commissariamento straordinario farà sopravvivere l'ente e saranno prese scelte di ordinaria amministrazione: le scelte politiche, così come l'eventuale possibilità di aumentare gli studentati o i buoni libri, saranno poche", conclude.
Critica anche la posizione espressa da Leone Piva di Sinistra Universitaria, associazione che per prima si è accampata davanti all'università lo scorso aprile: "È il primo provvedimento di Rocca sul diritto allo studio. Ed è un grosso errore – ha dichiarato – Il 20 luglio prossimo si chiudono i bandi: contiamo anche 30-31mila studenti richiedenti ogni anno e temiamo slittamenti. E per quanto riguarda il diritto allo studio abbiamo meno certezze di prima: ci preoccupa l'idea che si possa strizzare l'occhio ai privati".
La manifestazione sotto alla sede della Regione
Alcune delle associazioni studentesche universitarie nel pomeriggio di ieri si sono ritrovate sotto al palazzo della Regione Lazio per manifestare il loro dissenso contro la decisione del commissariamento. Fra loro anche Unione degli Universitari: "Da mesi teniamo sotto controllo la condizione della residenzialità studentesca nella capitale – ha spiegato a Fanpage.it Vittoria Podo di Udu – Ma il mercato degli affitti prevede spese folli: servono invece canoni bassi, compatibili con la borsa di studio e, soprattutto, nuovi studentati per ospitare fuorisede. Abbiamo sempre tutelato gli e le studenti negli organi collegiali: con l'arrivo del commissario, senza rappresentanti del corpo studentesco nelle sedi istituzionali, chi lo farà al posto nostro? È difficile immaginare che verranno fatti passi avanti dopo il commissariamento", ha poi concluso.
"Non un passo indietro sul diritto allo studio", si legge sullo striscione, circondato da qualche tenda in ricordo della mobilitazione alla Sapienza, mostrato al presidio. "Non è stato fatto niente per evitare il commissariamento – ha continuato Piva – Si è trattato di una scelta di convenienza politica fatta sulla pelle degli studenti: avevamo chiesto un tavolo permanente di confronto sul caro affitto con gli studenti, ma abbiamo ancora meno certezze di prima. Aspetteremo i mesi estivi e poi torneremo alla carica".