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La rabbia dei pendolari per treni cancellati: “Non sappiamo come andare al lavoro e tornare a casa”

Fanpage.it ha raccolto le testimonianze di alcuni pendolari della linea ferroviaria Fl3 lungo la quale come altre del Lazio sono in corso cancellazioni che hanno creato numerosi disagi.
A cura di Alessia Rabbai
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I treni cancellati (Fonte: gruppo Facebook Monte Mario)
I treni cancellati (Fonte: gruppo Facebook Monte Mario)

Crescono rabbia e frustrazione tra i pendolari del Lazio, per i disagi che si trovano ad affrontare a seguito delle soppressioni delle corse lungo varie linee ferroviarie della regione e che presumibilmente andranno avanti fino all'inizio di ottobre. Fanpage.it ha raccolto alcune testimonianze di viaggiatori che si spostano tra la provincia Nord e la Capitale per studio o per lavoro e che hanno spiegato cosa sta accadendo lungo la linea Fl3 che collega Roma a Viterbo.

"Per chi prende il treno la mattina nei giorni feriali l'ultimo è alle 8.39 dopo di ché fino alle 13.37 ci sta un buco nel servizio di diverse ore – spiega una lavoratrice che prende il treno alla stazione di Bracciano – praticamente dovendo stare al lavoro alle 12 per esempio bisogna essere al binario almeno tre ore prima, con una grave ripercussione sul sonno e sulla vita privata. È un disastro". La provincia Nord come spiegano i pendolari rischia dunque l'isolamento, con grandi difficoltà a spostarsi con i mezzi pubblici. Ad essere in difficoltà sono anche gli studenti che hanno ricominciato da pochi giorni la scuola. Lamentano il fatto di aver pagato l'abbonamento, ma di non riuscire ad usufruirne: "Ho l'annuale per tre zone, quasi 500 euro. Mi sono ritrovata in diverse occasioni a non poterlo sfruttare, perché appunto non c'è erano proprio treni disponibili".

I disservizi inoltre schiariscono i viaggiatori non si manifestano in questi giorni ma "è da luglio scorso che la linea Fl3 ha subito forti riduzioni delle corse, con l'orario estivo che le ha viste ridotte. Una situazione come quella di quest'anno non si era mai verificata prima". Disservizi che oltre a creare problemi al lavoro, trovandosi costretti a giustificare frequenti ritardi o assenze indipendenti dalla propria volontà con il datore, chiedere permessi o ferie, gravano anche sulle tasche dei cittadini: "Non reputo giusto il fatto che dopo aver speso soldi per l'abbonamento o comunque per il biglietto io debba spenderne altri per la benzina, l'usura dell'auto e per il parcheggio a pagamento. Viaggiare con i mezzi pubblici è inoltre un vantaggio se si pensa oltre ai soldi risparmiati anche al tempo che si impega a stare imbottigliati nel traffico di Roma e nel trovare parcheggio" spiega un altro lavoratore.

Una donna è proccupata perché staccando alle 20 da lavoro e prendendo solitamente il treno che da Valle Aurelia la porta a Cesano di Roma, per il momento non ha più corse dopo le 19.16: "Cosa devo fare? Sono obbligata a chiedere permessi, ma non si può sempre dare per scontato che un datore di lavoro capisca i nostri ritardi e assenze: a volte non ci credono. Sinceramente vista la situazione ad essere è in gioco è sia la nostra vita professionale che la nostra sanità mentale".

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