La metro B1 è pericolosa e la colpa è di chi l’ha costruita: “Troppi difetti già al collaudo”
Annibaliano, Libia/Gondar, Conca d'Oro, Jonio: sono queste le quattro fermate della linea B1 della metropolitana di Roma che dal capolinea di Laurentina, nel quadrante sud della capitale, permette di raggiungere quello a nord est.
I cittadini e le cittadine che si trovano ad attraversare questo tratto di città usufruendo dei mezzi pubblici, però, ogni giorno si trovano a dover fronteggiare i disagi più disparati, dai blocchi degli ascensori e delle scale mobili ai danni che si ripetono ogni volta che piove. I problemi, da dieci anni, sono sempre gli stessi. Come si legge in un articolo di oggi su la Repubblica, secondo il tribunale civile sono da imputare a chi ha costruito l'opera, cioè la società Webuild, nata nel 2014 dall'incorporazione di Salini in Impregilo: proprio questa azienda, secondo il tribunale, sarebbe "responsabile dei difetti di costruzione."
Linea B1, metro problematica fin dall'inizio
Giungere a questa conclusione non sarebbe stato difficile: molti dei problemi che si riscontrano oggi sulla linea sono presenti da sempre. La sentenza del tribunale ha ricordato tutti i problemi della metro B1, datata 7 aprile, a partire dal novembre 2004, quando il Campidoglio ha affidato i lavori per la nuova tratta per 348,7 milioni di euro. Il progetto originario, modificato più volte, è sempre stato supervisionato da Roma Metropolitane, ma fin da subito sono scattati i problemi: "All'esito delle operazioni di collaudo, le infrastrutture oggetto di appalto avevano manifestato alcune rilevanti anomalie e difettosità", si legge nella sentenza.
Nel 2013 è stata la commissione collaudo ad imporre alcuni interventi al costruttore a causa delle prime infiltrazioni d'acqua che aumentano fino a quando, nel settembre 2016, anche Atac, società che gestisce la tratta, ha scritto a Roma Metropolitaneer la "presenza non più circostanziata, ma diffusa, di infiltrazioni, percolazioni e distacchi/ rotture dei rivestimenti murali in grado di compromettere la fruizione in sicurezza dell'infrastruttura."
La causa ai costruttori
Per queste ragioni Roma Metropolitane ha deciso di fare causa ai costruttori e il tribunale, di conseguenza, per fare chiarezza, si è affidato ad un consulente tecnico che, dopo la perizia, dichiara chiaramente: "Le infiltrazioni in galleria inficiano la durabilità del rivestimento definitivo e di tutte le strutture che si trovano all'interno. La fruizione in sicurezza dell'infrastruttura e il regolare esercizio della linea sono anch'essi compromessi dalla presenza delle infiltrazioni e delle percolazioni in quanto le concrezioni calcaree creano pericoli agli impianti e sono pericolosi nel caso di distacco per la circolazione dei treni."
A queste parole il giudice che firma la sentenza aggiunge: "Le infiltrazioni d'acqua all'interno della galleria della metropolitana costituiscono gravi difetti dell'opera destinata a lunga durata, essendo idonee a compromettere la funzionalità globale e la normale utilizzazione del bene."
Revisione radicale e necessaria
La richiesta del tribunale, a fronte dei problemi che invadono la linea B1 della metropolitana, è chiaramente esplicitata nella sentenza: "Si ritiene che la vita utile dell'opera, pur con tutti gli interventi di manutenzione periodica, sia gravemente compromessa nel caso non si intervenga radicalmente sulle infiltrazioni." Non soltanto le gallerie, ma anche i rivestimenti in kerlite appaiono difettose: le lastre si rompono quando si trovano in posti inaccessibili ai viaggiatori.
Così è arrivata la condanna in primo grado: l'azienda potrà scegliere di riparare i difetti di costruzione in tre mesi oppure versare 1,1 milioni a Roma Metropolitane per mettere in sicurezza la tratta.