La mamma di Yirelis uccisa a coltellate: “L’assassino deve stare in carcere a vita”
"Me l'hanno sfregiata, l'assassino di mia figlia deve rimanere in carcere a vita". Sono le parole strazianti di Lucia Martinez Santana, la madre di Yirelis, la trentaquattrenne di origini dominicane uccisa a coltellate sabato scorso 27 maggio nell'abitazione in cui viveva in via Pascoli a Cassino. Quando l'hanno avvisata dell'improvvisa scomparsa della figlia ha lasciato Genova e ha raggiunto il centro del Frusinate, per il riconoscimento del cadavere, accompagnata dall'avvocato Marco Rossini nell'obitorio dell'ospedale di Santa Scolastica.
Sul corpo di Yirelis sono visibili i segni della violenza brutale con la quale il killer l'ha uccisa: prima l'ha massacrata di botte, provocandole fratture in diverse parti del corpo, poi l'ha presa a coltellate. Uno dei fendenti le avrebbe reciso la giugulare.
Per la madre nessuna relazione tra Yirelis e il presunto killer
"Yirelis era una ragazza tranquilla – ha detto la donna al Messaggero – voglio capire perché tanta ferocia, perché è stata uccisa". Lucia ha raccontato come tra lei e sua figlia ci fosse un ottimo rapporto, si volevano bene e si mantenevano in costante contatto, nonostante vivessero lontane. Sulla vicenda indagano gli agenti del commissariato di polizia di Cassino, che hanno ascoltato la madre di Yirelis, per raccogliere alcuni dettagli della sua vita privata che possano essere d'aiuto alle indagini.
Pare che Yirelis proprio lo scorso fine settimana avrebbe dovuto raggiungere Genova, per passare insieme la festa della mamma. Per la donna sua figlia non avrebbe invece avuto alcuna relazione con Sandro Di Carlo, il ventiseienne che i poliziotti hanno fermato con le scarpe ancora sporche di sangue. Ora si attendono i rislutati dell'autopsia svolta dal medico legale sulla salma, che arriverà tra circa un mese.