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La mamma di Alessia Sbal: “Ridotta come un pupazzo d’ovatta, hanno trovati brandelli per metri”

“Chi ha visto la scena in quel maledetto 4 dicembre deve parlare”, è l’appello ad eventuali testimoni che abbiano assistito all’incidente in seguito al quale è morta Alessia Sbal.
A cura di Enrico Tata
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"Hanno trovato brandelli di carne per metri e metri. Il suo corpo era ridotto a un grande pupazzo d'ovatta, come uno spaventapasseri", dicono in lacrime la mamma e la sorella di Alessia Sbal. "Chi ha visto la scena in quel maledetto 4 dicembre deve parlare", è l'appello ad eventuali testimoni. La donna è stata travolta e investita da un tir sul Grande Raccordo Anulare di Roma la scorsa settimana. L'unico indagato al momento è il conducente del mezzo pesante, un uomo di 47 anni. Sicuramente è stato lui ad uccidere Alessia, ma sostiene di non averla vista.

Ieri la cerimonia funebre al palazzetto di Ciampino

Ieri al palazzetto dello Sport di Ciampino si è tenuta la cerimonia laica per l'ultimo addio alla ragazza. Le tribune erano piene di ragazzi e dagli altoparlanti risuonavano canzoni di Rino Gaetano, di Vasco Rossi e dei Queen. Presenti alla cerimonia anche la sindaca di Ciampino, Emanuela Colella il presidente del Consiglio comunale, Mauro Testa. La mamma, come detto, ha rinnovato l'appello ad eventuali testimoni e la sorella ha fatto lo stesso prima di accusare un malore ed essere soccorsa dai sanitari del 118. In tanti hanno omaggiato la memoria di Alessia portando un fiore o una lettera per la donna.

Come è morta Alessia Sbal

Alessia Sbal è stata travolta lo scorso 4 dicembre sul Grande Raccordo Anulare. E proprio la vittima avrebbe fatto arrestare l'autista del tir che l'ha travolta fornendo la targa ai primi soccorritori. Così gli investigatori sarebbero riusciti a risalire all'uomo attualmente indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Sbal sarebbe stata tamponata una prima volta e a conferma di questo c'è una telefonata con una sua amica: "Aspetta, mi ha preso, ti devi fermare", avrebbe detto Alessia prima di chiudere la telefonata. Poi la donna avrebbe costretto il tir ad accostare e avrebbe telefonato due volte al 115. In una delle due telefonate si sentirebbero queste parole: "Fermo, mi vieni addosso". La prova che si è trattato di un omicidio volontario? Oppure davvero incredibilmente l'autista non si è accorto di nulla, neanche dell'impatto?

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