La mamma di Alessandro, morto nell’attentato a Tel Aviv: “Gli avevo detto di non andare”
"L'ho accompagnato io all'aeroporto venerdì. Era contento, aveva programmato questo viaggio da tanto. Amava viaggiare. Volevamo andare a Tel Aviv, ma ci hanno detto di restare qui. Ora speriamo solo di poterlo riavere presto". Così la madre di Alessandro Parini, il giovane morto nell'attentato a Tel Aviv, nelle parole riportate da Il Corriere della Sera.
La donna, riferisce un'amica di famiglia, aveva paura di eventuali attacchi che si sarebbero potuti verificare proprio in questi giorni: "Lei era preoccupata per i missili e gli attentati. Alessandro le diceva ‘li intercettano, che problema c'è'.
Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, che ha parlato con un alto funzionario di polizia, il giovane avvocato è morto per l'impatto con l'auto. Non c'è traccia di proiettili nel corpo, come confermato anche dall'Istituto di medicina legale di Tel Aviv: a uccidere Parini sarebbero state le gravi ferite alla testa e alla schiena riportate in seguito all'urto con la macchina.
A guidare la Kia piombata sul gruppo di turisti, il 44 enne Yusef Abu Jaber, ucciso dalla polizia israeliana dopo essere uscito dalla macchina. Gli investigatori e lo Shin Bet non hanno dubbi sul gesto volontario dell'automobilista, rivendicato dalla Jihad islamica. Di diverso avviso i familiari di Abu Jaber, che parlano invece di ‘colpo di sonno' e smentiscono l'appartenenza a gruppi religiosi radicali.
"Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi", hanno raccontato gli amici del ragazzo, arrivati oggi in Italia. Tornati sul lungomare, hanno visto il corpo del loro amico riverso a terra: Alessandro era ancora vivo, ma privo di conoscenza. È morto poco dopo per le gravissime ferite riportate.