La mamma del neonato morto: “Sgridata perché sono andata in bagno e chiesto di tenere il bimbo”
"Sono riuscita ad andare in bagno, nonostante la flebo da trascinarmi dietro. Mio figlio piangeva fortissimo e una compagna di stanza, una donna straniera con la quale ci parlavamo in inglese, ha iniziato a cullarlo. Un'infermiera ha visto questa scena e l'ha rimproverata dicendo che ogni mamma doveva occuparsi del suo bambino". A parlare, in un'intervista rilasciata a la Repubblica, è la madre del neonato morto all'ospedale Sandro Pertini di Roma.
La donna, che ha partorito il 5 gennaio, ha raccontato di aver chiesto aiuto con il piccolo ma di non averlo ricevuto. Sul caso sono state aperte due inchieste: una della procura, e una della Asl Roma 2. L'obiettivo è accertare cosa è accaduto quella notte. Al momento l'indagine è per omicidio colposo, ma per adesso non c'è nessun nome iscritto nel registro degli indagati.
La donna ha affrontato un travaglio di 17 ore, al termine del quale è nato il bimbo. Il piccolo stava bene, pesava quasi tre chili e mezzo ed era in salute. La neomamma però, era molto stanca e sembra abbia chiesto più volte di poterlo portare alla nursery. "Abbiamo chiesto almeno cinque volte un aiuto per accudire il piccolo: due volte io, due il mio compagno e una mia mamma. Non ho mai dormito dal momento in cui è nato mio figlio. Lui piangeva fortissimo e spesso".
Nessuno mi ha spiegato che per affidare il mio bambino dovevo dirlo a un medico e fare scrivere in cartella che lo affidavo alla nursery. Mi rispondevano soltanto che avevo avuto un parto naturale e non era possibile avere un sostegno". Compito di chi indaga sarà adesso parlare con il personale e le pazienti presenti nei tre giorni in cui la donna e il neonato sono stati in ospedale. Bisognerà adesso attendere i risultati dell'autopsia per sapere con certezza le cause della morte: i risultati molto probabilmente non arriveranno prima di quaranta giorni.