La lettera dell’assessore Tobia Zevi: “Sull’emergenza abitativa risposte concrete, il tempo dà i suoi frutti”
Alcuni giorni fa pubblicavamo una lettera del presidente dell'associazione Nonna Roma, Alberto Campailla, rivolta al sindaco Roberto Gualtieri e all'amministrazione comunale. Nella missiva si faceva il punto sui problemi della casa alla Roma, insistendo in particolare modo sui ritardi dell'applicazione del Piano Casa e sulle conseguenze della turistificazione e del proliferare degli affitti brevi. Oggi risponde nel merito, sempre tramite il nostro giornale, l'assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale Tobia Zevi.
La lettera di Tobia Zevi a Nonna Roma
Caro Alberto, caro Presidente Campailla,
come cantava Lucio Dalla, “l’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…”. È vero. E parlo naturalmente dell’emergenza abitativa, e del grido di allarme che hai lanciato su queste colonne, indirizzato al Sindaco Roberto Gualtieri, proprio nelle stesse ore in cui mi recavo sotto a Palazzo Chigi insieme a colleghe e colleghi da tutta Italia per manifestare contro la latitanza di questo Governo in tema di politiche abitative.
Vengo al dunque. Con la tua lettera, rivolta al Sindaco, chiedi aggiornamenti sulle misure intraprese da questa Amministrazione in merito all’emergenza abitativa e metti in evidenza due problemi: l’urgenza di misure contro la turistificazione e il proliferare di affitti brevi; l’implementazione troppo lenta del nostro “Piano strategico per il diritto all’abitare 2023-2026”, il Piano Casa, che tu stesso ricordi – e ti ringrazio di questo – essere stato frutto di un lungo e largo lavoro di confronto con tutte le realtà sociali, compresa quella che tu rappresenti.
Sulla prima, provo a risponderti subito: credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che sia necessaria una nuova normativa nazionale, e che debba essere coraggiosa. Senza quella, le città hanno armi spuntate. Sul Piano Casa, a parte dichiararmi fin da subito disponibile a qualsiasi forma di confronto, privato o pubblico, mi dilungherò un po’ perché credo sia utile raccontare tutto ciò che è stato fatto, che si sta facendo e che si farà. E ringrazio da subito Fanpage.it per questa possibilità.
Partiamo dal segmento più debole, quello per capirci con un reddito massimo famigliare di poco superiore ai 20 mila euro: a dicembre la Giunta ha approvato una mia proposta di Delibera per un nuovo Bando di acquisto di case popolari, mentre prosegue il lavoro amministrativo per comprare case dall’INPS e dai privati che parteciparono al Bando dell’autunno 2023. Sta, inoltre, per uscire il Bando che consentirà all’Amministrazione di acquisire le case dei grandi proprietari con sfratto in corso per morosità incolpevole, un esperimento senza precedenti in tutta Italia. Infine, è in dirittura di arrivo il nuovo regolamento sul welfare abitativo – competenza del Consiglio comunale – che ci permetterà di superare la Delibera 163/98 e dunque poter dare una risposta alle persone sfrattate e senza prospettive nel mercato privato. Senza contare che nel Bilancio 2025-2027 sono stati inseriti 20 milioni all’anno, per un totale di 60, destinati ai progetti di manutenzione straordinaria dei complessi ERP che mancano da decenni, e grazie ai quali potremo dare a partire dalla seconda metà del 2025 risposte senza precedenti alle piaghe che ben conosciamo, legate alla mancata manutenzione.
Sulla manutenzione ordinaria, invece, la rivoluzione è già compiuta: come ben sai, siamo passati dai 500 mila euro su tutta Roma di quando siamo arrivati (ci vuole coraggio, da parte di chi ci ha preceduto, a inviarmi ogni tanto delle segnalazioni!) ai 12,5 milioni di euro in spesa corrente di quest’anno.
Passiamo ora al segmento più in alto dal punto di vista sociale, per capirci le famiglie il cui reddito complessivo si attesta al massimo intorno ai 50 mila euro, i destinatari cioè di quel complesso di politiche che cambia spesso di nome ma non ne guadagna sempre in efficacia: housing sociale, edilizia agevolata, edilizia convenzionata ecc. Tra poche settimane pubblicheremo un Bando per il contributo all’affitto da circa 14,5 milioni di euro (pari alle risorse del 2022), frutto del lavoro straordinario dell’Assemblea Capitolina e del Dipartimento Patrimonio, che sono riusciti a recuperare denari che il Governo ci ha tolto, e che la Regione Lazio ha in maniera assurda preferito destinare alle province del Lazio, dimenticando che ovviamente Roma è anche la capitale dell’emergenza abitativa. Il 20 gennaio, poi, ci riuniremo con i capigruppo di maggioranza per discutere la mia proposta di Agenzia sociale per l’Abitare, su cui ci siamo già confrontati con molti sindacati di inquilini e associazioni. Ci sono voluti sei mesi in più, è vero. Ma per provare a immaginare una realtà assai più ambiziosa di quella descritta nel Piano Casa, capace non solo di favorire la stipula di contratti a canone concordato ma anche di intervenire in prospettiva sul mercato immobiliare. Di questo ritardo mi assumo tutta la responsabilità: se serve a costruire qualcosa di più solido penso che sia stato un tempo fruttuoso. Da ultimo, nei prossimi giorni andrà in Giunta e poi all’Assemblea una delibera di indirizzo, immaginata e fortemente voluta dal collega Maurizio Veloccia, per gli investimenti in nuovi alloggi destinati in modo specifico a questa fascia sociale (studenti, giovani coppie, pensionati).
C’è un sentimento di grande frustrazione che avvolge me, e chi come me, si attacca al telefono con questo o quell’agente di polizia per chiedergli di differire uno sfratto anche solo di qualche settimana. O quando una persona chiama per informarti che la sera stessa dormirà in macchina con i figli, e poi la mattina dopo li porterà a scuola. Lo so che tempo non ne abbiamo. Dirò una cosa ovvia ma ci vuole tempo ugualmente. Il tempo serve: perché stiamo mettendo in campo una trasformazione poderosa in un settore in cui per decenni nessuno ha mai messo le mani o quasi. Perché c’è un motivo se stiamo ridotti così, e non è solo l’afflusso dei pellegrini per il Giubileo!
E da sola Roma Capitale, il comune di gran lunga più grande d’Italia, comunque non può farcela. Serve la Regione. Serve il Governo. Sono decenni che le politiche sulla casa sono state totalmente trascurate. Sono mancati, da troppo tempo, un pensiero forte e un’azione incisiva su una delle più grandi emergenze sociali dell’intero Paese. Il disinteresse dell’attuale Governo, quello del “prima di tutto gli italiani”, è clamoroso su un tema che attanaglia qualsiasi fascia di persone al di là del reddito, della provenienza e dell’età anagrafica. Senza dimenticare che adesso i più colpiti sono le giovani famiglie con figli, gli studenti, le donne vittime di violenza, i precari, i disoccupati. Occorre un’azione straordinaria e urgente senza la quale anche noi amministratori, malgrado i nostri sforzi, non possiamo agire in modo efficace. Visto che dal Ministro competente non si hanno notizie sulla questione, nonostante gli allarmi lanciati dalle piazze di tutta Italia, è ora che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, decida di affrontare di petto uno dei problemi più sentiti dai nostri cittadini. La casa non ha colore politico: il diritto all’abitare è un diritto umano.
Ho terminato, ma come ti ho detto all’inizio resto disponibile ad ulteriori confronti, anche pubblici. Apprezzo il tuo lavoro, il modo in cui portate avanti le vostre idee, l’abilità nel coniugare ideali e pragmatismo, la propensione a collaborare tenendo fuori quello spirito polemico che in tanti altri resta solo tale, privo di proposte e di mani tese.
C’è moltissimo da fare a ogni livello. Facciamolo insieme.