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La lettera del presidente di Arci Roma Vito Scalisi: “Così muore la musica dal vivo, salviamola”

Le lettera del presidente di Arci Roma Vito Scalisi a Fanpage.it sulle difficoltà delle realtà culturali che fanno musica e spettacoli dal vivo. “Ci siamo impegnati in questi mesi per non lasciare indietro nessuno, ora è arrivato il momento per noi di chiedere un sostegno a tutte e tutti”.
A cura di Redazione Roma
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La mobilitazione dei precari dello spettacolo con l'occupazione del Globe Theatre di Roma
La mobilitazione dei precari dello spettacolo con l'occupazione del Globe Theatre di Roma

Care lettrici e cari lettori di Fanpage.it,

vorrei sottoporvi la vicenda della musica dal vivo e di tutti coloro che ci lavorano. La musica dal vivo al tempo della quarta ondata o, meglio, al tempo del decreto festività. Perché quel decreto ha fatto riporre a migliaia di artisti gli strumenti nelle custodie e costretto tecnici e operatori a spegnere i faretti.

Profit o no profit, il mondo dei live club e delle sale da ballo è colpito al cuore da un decreto che mette di nuovo in ginocchio – incomprensibilmente – il settore della musica dal vivo e delle sale da ballo, senza prevedere alcun ristoro e misure che ne eviti le chiusure. Eppure è uno dei settori culturali più produttivi di Roma e d'Italia, quello dei live club e dei locali di intrattenimento ma è bloccato da misure come il divieto di somministrazione durante i concerti – a fronte già dell'obbligo di costose mascherine FFP2 e del super green pass – e la proibizione di assistere in piedi agli spettacoli, nonostante tutti indossino la mascherina e abbiano certificato il ciclo vaccinale.

Ciò che rende impossibile l’attività di un settore che propone spettacoli, perlopiù ad ingresso gratuito, è proprio il divieto di somministrazione, un’attività consentita nel circuito della ristorazione con le stesse modalità con cui verrebbe fornita nei nostri circoli e per i quali è l’unica entrata possibile per coprire costi di cachet e costi fissi delle sedi.

Nel caso specifico dell’associazionismo, la somministrazione, pur essendo attività complementare, è connessa inestricabilmente all’attività culturale per cui è incomprensibile e cieco applicare le disposizioni che valgono per grandi spazi come Palaexpo e Auditorium, anche a queste strutture come le nostre che vivono soprattutto di autofinanziamento e senza biglietterie.

Su questo ci piacerebbe che si aprisse un dibattito nella società e a tutti i livelli istituzionali che coinvolga l’associazionismo e le organizzazioni di categoria (per questo abbiamo pubblicato anche una petizione che vi chiediamo di sottoscrivere). Infatti, per porre argine alla morte dei club, Arci Roma rivolge un appello al Campidoglio e alla Regione Lazio per chiedere di predisporre tempestivamente misure di sostegno alla ripartenza (blocco tari, sgravi osp, etc); di farsi portavoce delle istanze di questo comparto anche al livello regionale e in sede di conferenza Stato-Regioni, e di aprire un tavolo che ponga al centro immediati interventi di tutela del settore della musica dal vivo, profit e non-profit – che in altre capitali, come Berlino, è stato riconosciuto al pari di istituzioni culturali e tutelato durante la pandemia per evitare le chiusure.

Sia chiaro, la nostra non è una presa di posizione scettica sulla portata della pandemia, tutt’altro. I nostri circoli sono in prima linea nella progettazione sociale e interni a quelle pratiche di mutualismo che si sono rafforzate a partire dal primo lockdown. L’ultimo, in ordine di tempo, è l'articolo apparso proprio su Fanpage.it il 23 dicembre scorso, sull’esperienza di Akkittate scaturita proprio da uno dei nostri circoli, Pianeta Sonoro. Crediamo che l’arte sia necessaria per guarire le ferite della pandemia, per aiutarci a uscire da una crisi sociale che ormai è quasi inestricabile da quella pandemica. Ci siamo impegnati in questi mesi per non lasciare indietro nessuno, ora è arrivato il momento per noi di chiedere un sostegno a tutte e tutti.

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