La lettera del papà di Giacomo, morto a 6 anni: “Grazie a chi ci ha convinto a donare i suoi organi”
L'aiuto dei medici "ci ha permesso di decidere e scegliere con consapevolezza e di far prevalere la vita sull'insensata morte di nostro figlio". Così scrive in una lunga lettera inviata al Policlinico Umberto I il papà di Giacomo, un bimbo di 6 anni morto lo scorso 2 marzo 2024. Il genitore del piccolo ha voluto ringraziare i sanitari del Coordinamento donazioni, prelievi d’organo e trapianti, che hanno convinto lui e la moglie a donare gli organi del figlio. E così hanno dato una nuova speranza di vita a tanti bimbi in attesa di trapianto.
Quella sera, scrive il papà di Giacomo nella lunga lettera inviata all'ospedale romano, "non avremmo mai pensato che nostro figlio fosse così grave quando, in macchina, nel traffico, ci siamo diretti verso il Pronto Soccorso Pediatrico dell'Ospedale Umberto I. Lo abbiamo fatto con la certezza di trovare la migliore professionalità disponibile a Roma e già dal primo approccio in Pronto Soccorso Pediatrico, abbiamo capito, di aver fatto la scelta giusta".
In quelle ore drammatiche, prosegue il racconto, "abbiamo trovato tanta umanità in tutto il personale che ha assistito il piccolo Giacomo. A cominciare, appunto, dal pronto soccorso pediatrico dove immediatamente è stata formulata la diagnosi e a seguire nell'unità di terapia intensiva pediatrica diretta dalla dottoressa Paola Papoff, e dove la dottoressa Giada Nardecchia e tutto il personale infermieristico hanno assistito nostro figlio Giacomo fino all'ultimo istante della sua vita".
Purtroppo, Giacomo non ce l'ha fatta. "Credo possiate immaginare l'immenso dolore di noi genitori per l'immane tragedia che ci ha colpiti così improvvisamente. L'unico conforto a tanta disperazione è stata proprio l'umanità di quel personale che ci ha accolto con le lacrime agli occhi perché appunto Giacomo aveva illuso tutti di potercela fare, e aveva, mi permetto di dirlo, nel contempo conquistato con la sua dolcezza e simpatia, per il poco che ha potuto interagire con medici e infermieri, tutti coloro che lo hanno conosciuto".
Il dottor Gustavo Spadetta, si legge ancora, "con i suoi modi garbati, l'estremo tatto e la sua disponibilità, ci ha preso per mano in quella situazione di sbandamento e ci ha prospettato la possibilità della donazione degli organi. Non finiremo mai di ringraziarlo, perché senza il gesto della donazione credo che non avremmo potuto nemmeno provare a superare questa tragedia come la stiamo affrontando ora"
L'equipe del dottor Spadetta, ha concluso il racconto il papà di Giacomo, "ha fornito tutte le informazioni in un momento di estremo dolore che ci ha permesso di decidere e scegliere con consapevolezza e di far prevalere la vita sull'insensata morte di nostro figlio".