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La guerriglia scoppia dopo gli insulti su Tik Tok: cinque arresti al campo rom di Candoni

Prima lo scambio di accuse sul social network, poi le botte. In tutto cinque arresti per una maxi rissa tra due famiglie nel campo rom di via Candoni.
A cura di Simone Matteis
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Immagine di repertorio
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La guerra tra famiglie residenti nei campi rom corre su Tik Tok: due rapine inventate, violenze, minacce e danneggiamenti per un totale di cinque arresti nel campo rom di via Luigi Candoni, su via della Magliana. A scatenare l'ondata di violenza, culminata in un raid punitivo, sarebbe stata proprio una diretta social in cui un uomo appartenente a una famiglia "rivale" era stato accusato di aver provocato l’arresto del cognato dall'altro capofamiglia.

Rapine inventate e aggressioni brutali

A partire da quel video, un'escalation di violenze sempre più brutali con al centro tutti protagonisti di origine bosniaca: l'uomo al centro della questione sollevata con la diretta su Tik Tok in quanto presunto responsabile dell'arresto ha aggredito sotto casa il suo accusatore che, per tutta risposta, ha organizzato una spedizione punitiva in piena regola per vendicarsi dell'accaduto.

Le indagini dei carabinieri di Ponte Galeria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, sono iniziate lo scorso giugno quando un uomo di 40 anni ha denunciato due rapine subite insieme alla moglie, entrambe rivelatesi poi totalmente inventate. A sporgere denuncia è stato infatti il presunto responsabile dell'arresto, ma dalle testmonianze raccolte e dalle immagini di sorveglianza è emerso non solo come le rapine non siano mai avvenute ma, soprattutto, come sia stato proprio lui ad aver commesso per primo l'aggressione ai danni dell'uomo che lo aveva additato sui social.

La spedizione punitiva e gli arresti

Alla prima aggressione è seguita la vendetta da parte del rivale: radunate altre sei persone, l'autore del video divenuto il fulcro di questa storia segnata da odio e rancore si è presentato a casa dell'uomo che lo aveva aggredito e messo in atto il raid senza risparmiare né i familiari presenti né le automobili parcheggiate nei dintorni, danneggiandone tre. Grazie alle perquisizioni domiciliari, gli inquirenti sono riusciti a risalire agli oggetti utilizzati come armi: si tratta di due mazze da baseball e un tubo in ferro.

Oltre ai due uomini coinvolti nelle reciproche aggressioni, al momento risultano tre le persone individuate: il gip del Tribunale di Roma ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei cinque uomini, gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate, rapina, minaccia aggravata, calunnia, danneggiamento, violazione di domicilio e porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere.

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