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La guerra interna al Pd dietro al rimpasto di giunta a Roma: Gualtieri non ha avvertito nessuno

Malumori nel Partito democratico per il rimpasto di giunta deciso dal sindaco Gualtieri. Né il segretario del Pd Roma, Enzo Foschi, né il segretario del Pd Lazio, Daniele Leodori, sono stati consultati in merito alle nomine di Massimiliano Smeriglio, alla Cultura, e Giulio Bugarini, al Personale.
A cura di Enrico Tata
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Un rimpasto di giunta deciso dal sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, senza avvisare i responsabili locali del suo partito. Nessuno ne era a conoscenza. Né il segretario del Pd Roma, Enzo Foschi, né il segretario del Pd Lazio, Daniele Leodori. Tantomeno i consiglieri capitolini del Pd, a cui la notizia della nomina di Massimiliano Smeriglio, nuovo assessore alla Cultura, e di Giulio Bugarini, neo responsabile del Personale, è stata comunicata circa mezz'ora prima dei lanci di agenzia.

Rabbia nel Pd per la mossa di Gualtieri: nessuno sapeva niente

"Abbiamo ritenuto importante non perdere un secondo e rimettere subito in corsa la macchina, per garantire piena operatività a Roma in una fase di eccezionale trasformazione e di sfide decisive per il futuro", è la spiegazione ufficiale di Gualtieri. Ma i malumori interni al Pd restano e nessuno ne fa mistero. Anzi, c'è nervosismo, se non rabbia. L'operazione del sindaco viene raccontata dalle altre correnti del partito come un modo per rafforzare ulteriormente il potere del primo cittadino all'interno della sua giunta.

Bugarini, che ha sostituito Andrea Catarci al Personale, è stato fino a poche ore fa capo della segreteria del sindaco ed è esponente dell'area interna al partito che fa riferimento a Claudio Macini. E anche la nomina di Smeriglio, che prende il posto di Miguel Gotor, dimessosi per motivi familiari, è da leggersi come operazione ispirata dal duo Mancini-Goffredo Bettini e non da Avs.

Proprio Bettini aveva indirettamente anticipato, quasi un anno fa, un coinvolgimento diretto di Smeriglio nella giunta romana: "Quando si allontana un dirigente del valore di Massimiliano Smeriglio, resta sempre l'amaro in bocca. È stato un protagonista del governo della Regione negli anni migliori di Zingaretti; sono sicuro continuerà ad esserlo a Roma con il Sindaco Gualtieri".

Il post su Facebook risale al 27 gennaio, quando Smeriglio annunciò il suo addio al Pd. Poi la candidatura alle elezioni europee nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra e la mancata elezione all'Europarlamento.

Se una parte del Pd vede la nomina di Smeriglio come tentativo del sindaco di accentrare ulteriormente il suo potere, è altrettanto indubbio che l'ex vice di Zingaretti rafforza la giunta anche dal punto di vista operativo. In passato presidente dell'XI Municipio di Roma, è stato per anni assessore e numero due alla Regione Lazio. Insomma, un curriculum specchiato da esperto amministratore.

Tutti d'accordo sul ritorno di Albino Ruberti

Non è passata inosservata neanche la nomina di Albino Ruberti a capo segreteria del sindaco Gualtieri al posto di Bugarini. Ma in questo caso nessuno ha avuto nulla a che ridire, neanche gli avversari interni di Gualtieri. A Ruberti viene riconosciuta da tutto il partito una capacità amministrativa fuori dal comune. Con buona pace del video scandalo che lo costrinse alle dimissioni da capo di gabinetto dell'allora presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Inginocchiati o ti sparo", la frase shock che lo convinse a fare un indietro. Tralasciando il carattere spigoloso, per così dire, nessuno all'interno del Pd osa mettere in dubbio le sue capacità.

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