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La generazione dei figli dei boss a processo: “A Roma la gente con i soldi rimane sulle panchine”

Chiesti 148 anni di carcere per gli imputati nell’inchiesta Assedio sulla mafia a Roma. Chiesti 10 anni per Nicoletti jr, che aiutò il boss Messina Denaro a curarsi a Roma. Nelle intercettazioni come l’omicidio Diabolik ha fatto subito scuola, la minaccia del clan Senese: “A Roma quelli con i soldi rimangono sulle panchine”.
A cura di Valerio Renzi
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Il pm Francesco Cascini ha chiesto 148 anni di carcere complessivi per 24 dei 63 inquisiti nell'inchiesta Assedio coordinata dalla DDA di Roma, che lo scorso luglio ha portato a due maxi operazioni tra Roma e Latina. In manette tra gli altrianche Vincenzo Senese, figlio del boss della camorra Michele Senese, recentemente raggiunto da una nuova condanna in carcere, e Antonio Nicoletti, figlio di Enrico Nicoletti considerato il cassiere della Banda della Magliana e figura di spicco della criminalità romana.

Le accuse variano da estorsione a usura, porta abusivo di armi da fuoco, e poi reati finanziari come l'intestazione fittizia intestazione di beni, il riciclaggio e l'autoriciclaggio. A tutti è stata contesto di far parte di un'associazione a delinquere con l'aggravante mafiosa. Secondo gli inquirenti l'inchiesta avrebbe messo in un luce un sistema in essere e in divenire in cui i clan di camorra e ‘ndrangheta si spartivano gli affari e la capacità di riciclaggio nella capitale. Dalle carte emergono i nomi di imprenditori e uomini delle forze dell'ordine, elementi delle organizzazioni criminali ma anche i tentativi di entrare nel business del cinema e altri affari "puliti".

L'inchiesta fotografa in particolare fatti avvenuti tra il 2018 e il 2020, subito prima e subito dopo l'omicidio di Fabrizio "Diabolik" Piscitelli con il conseguente ridisegno degli equilibri criminali in città, in particolare mostrando come lo storico clan Senese, attivo a Roma degli anni Ottanta e all'ombra del quale è cresciuto proprio Diabolik, fosse ansioso in quella fase di riaffermare il suo potere.

In questo contesto appare particolarmente significativa la frase intercettata che Roberto Macori, uomo di punta dei Senese, rivolge ai suoi per raccontare le intimidazioni agite nei confronti di Massimiliano Monti. L'uomo è il nipote dell'ereditiera Anna Bettozzi, una fortuna fatta nel campo dei petroli, che sarebbe diventato troppo poco disponibile nei confronti del clan con cui è in affari. "Ricordate che a Roma la gente con i sordi rimane sulle panchine", è il monito di Macori. Il riferimento è all'omicidio proprio di Diabolik, freddato il 7 agosto del 2019 su una panchina del Parco degli Acquedotti.

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Per Antonio Nicoletti la procura ha chiesto una condanna a 10 anni di carcere, ridotta di un terzo per la scelta del rito ordinario. Secondo quanto emerso avrebbe anche favorito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, accompagnandolo anche a una visita all'ospedale Regina Elena. Dodici anni invece sono stati richiesti per Daniele Muscariello, produttore cinematografico ben inserito nei meccanisimi della malavita e importante attore nelle operazioni di riciclaggio.

In un video per Fanpage.it Roberto Saviano ha definito l'operazione Assedio come un'inchiesta "che ha mostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che il battito cardiaco del sistema criminale del paese, è la capitale". Una città, Roma, dove gli accordi e le alleanze tra mafie e clan sarebbero impossibili sui territori di origine, spiega Saviano: "La camorra dismette l'idea a Roma di un controllo militare, di un controllo fatto di corpi, strade. Il territorio nuovo è un territorio economico, quindi astratto. I luoghi dove investire, i ristoranti da comprare, le società da infiltrare".

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