La Fiorucci licenzia 200 persone a Pomezia, dipendenti continuano lo sciopero
Allo stabilimento Fiorucci (quelli degli insaccati) di Pomezia continua la protesta. L'azienda ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 197 addetti e non intende tornare indietro. Non solo: i vertici hanno rifiutato il ricorso agli ammortizzatori sociali e per questo i lavoratori hanno proclamato un nuovo pacchetto di sciopero di 16 ore.
La vertenza è arrivata anche al consiglio comunale di Pomezia. Riunito in assemblea straordinaria, alla presenza delle Organizzazioni Sindacali territoriali, delle Rsu e dei lavoratori e lavoratrici dello stabilimento, il sindaco e i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione hanno votato all'unanimità una mozione di solidarietà ai dipendenti della Fiorucci. Il documento approvato chiede inoltre alla giunta un impegno concreto a coinvolgere la Regione Lazio e il governo sulla vicenda.
Questo il testo del comunicato diffuso l'11 dicembre dai sindacati al termine della riunione con l'azienda:
Nella giornata di oggi, presso la sede di Unindustria Roma, le Segreterie nazionali e territoriali di Fai Cisl, Flai – Cgil e Uila – Uil, unitamente alla RSU dello stabilimento Fiorucci di Santa Palomba, si sono incontrate con la Direzione aziendale del Gruppo per svolgere il secondo incontro di esame congiunto a seguito della procedura di licenziamento collettivo avviata lo scorso 27 novembre.
L'azienda ha dato risposte negative rispetto alle richieste avanzate dal sindacato durante l'ultimo incontro in merito al ritiro della procedura o all'utilizzo degli ammortizzatori sociali.
A fronte della conferma da parte del gruppo Fiorucci di voler procedere con i licenziamenti dichiarati, le RSU e le organizzazioni sindacali territoriali, dichiarano un primo pacchetto di 16 ore di sciopero di cui 8 ore da svolgersi nella giornata di domani.
Nel contempo dichiarano il blocco delle prestazioni straordinarie e di flessibilità.
La replica dell'azienda: "No pregiudizio totale agli ammortizzatori sociali"
La Fiorucci ha fatto sapere che "non c'è un pregiudizio totale rispetto agli ammortizzatori sociali. Il 19 dicembre è stato fissato un nuovo incontro con i sindacati in cui l’azienda presenterà con numeri e proposte concrete la sua ipotesi di soluzione. L’ipotesi di soluzione dell’azienda è alternativa alla cassa integrazione proposta dai sindacati e consentirebbe di accompagnare alla pensione un numero elevato di lavoratori che si stima possano accedere alla pensione nei prossimi 48 mesi e consentirebbe di riorganizzare più velocemente la società e recuperare la competitività persa".
Inoltre, spiega ancora la Fiorucci, "la cassa integrazione ridurrebbe temporaneamente i costi aziendali, ma ritarderebbe la veloce riorganizzazione e il recupero di produttività decritti nel piano di rilancio presentato alle organizzazioni sindacali. Per i restanti esuberi che riguardano il personale degli uffici non immediatamente pensionabili si stanno studiando soluzioni, anche su base volontaria, che verranno supportati da incentivi economici al reddito".
Per questo, fa sapere l'azienda, "chiediamo ai sindacati e alle autorità la collaborazione necessaria a valutare la nostra proposta alternativa a quella degli ammortizzatori sociali e a trovare un accordo per garantire la continuità aziendale evitando i disservizi ai clienti causati da scioperi che danneggiano l’azienda e il suo futuro".