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La donna investita dalle suore: “Mi dicevano alzati e cammina, senza umanità e niente scuse”

Le accuse di una 34enne contro le suore che l’hanno investita a Roma con un furgoncino: “Sono andate via senza nemmeno aiutarmi a rialzarmi da terra”.
A cura di Enrico Tata
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Investita da un pulmino guidato da suore all'incrocio tra viale dei Quattro Venti e piazza Francesco Cucchi a Roma. La 34enne rimasta vittima dell'incidente ha riportato contusioni all'anca e alla gamba destra, 12 giorni di prognosi secondo il referto medico.

La donna ha raccontato la sua versione al Corriere della Sera: "L'urto con il cofano della macchina è stato molto violento. Sono caduta per terra e per un caso fortunato dalla parte opposta non arrivava nessuno, altrimenti un’altra auto mi avrebbe colpito alla testa".

Dalle suore non è arrivata alcuna scusa, anzi sarebbero scappate subito dopo l'incidente: "Sono andate via senza nemmeno aiutarmi a rialzarmi da terra. A soccorrermi sono state tre persone che stavano in un piccolo bar vicino all’incrocio. Mi hanno fatto sedere su una macchina parcheggiata e dato un bicchiere d’acqua. Sono state loro a chiamare l’ambulanza, non le suore. Quella che guidava, un’italiana sulla sessantina, non ha fatto altro che ripetermi che non stavo sulle strisce e che non mi ero fatta niente. “Dai, alzati”, mi diceva. Vicino a lei c’era una religiosa più giovane, di circa 40 anni, dai tratti asiatici. È sempre rimasta in silenzio".

La signora ha spiegato di aver discusso con la suora che era al volante: "Gli ho anche detto che non potevano andare via. E che se lo facevano le avrei fotografate. E così ho fatto. Ma dico: vi sembra un comportamento normale? Io sono anche cattolica. Se proprio dovevano andare via, avrebbero almeno potuto lasciarmi il numero di telefono. Come si fa in questi casi. Per fortuna qualcuno ha preso anche la targa del pulmino e così sono state rintracciate".

Del caso si starebbero occupando i vigili urbani del comando di via di Donna Olimpia, ma il furgoncino sarebbe già stato rintracciato e gli avvocati della donna e quelli del convento delle suore sarebbero in contatto, forse per stabilire l'entità del risarcimento.

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