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La destra vuole candidare Latina con i suoi edifici fascisti a Patrimonio mondiale Unesco

La Commissione Cultura alla Camera sta discutendo una risoluzione presentata dalla deputata della Lega Giovanna Miele, che vorrebbe impegnare il Governo ad adottare iniziative per “includere gli edifici di fondazione del comune di Latina quali sito del patrimonio mondiale Unesco”.
A cura di Enrico Tata
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Uno dei punti all'ordine del giorno della seduta odierna della Commissione Cultura alla Camera è la discussione di una risoluzione presentata dalla deputata della Lega Giovanna Miele. La proposta è quella di impegnare il Governo "ad adottare le iniziative di competenza volte a includere gli edifici di fondazione del comune di Latina quali sito del patrimonio mondiale Unesco".

Nel testo viene sottolineato nelle premesse che Latina è una delle città più giovani d'Italia, fondata nel 1932 con il nome di Littoria durante il ventennio fascista e in seguito alla bonifica dell'Agro Pontino. Nel 1944 assunse il nome di Latinia e successivamente, il 7 giugno del 1945, il nome attuale di Latina.

Il centro si sviluppa attorno a due piazze: Piazza del Popolo, l'ex piazza del Littorio di epoca fascista con la sede del municipio, la torre con l'orologio e la Fontana della Palla, e Piazza della Libertà, dove c'è il palazzo della Prefettura. La prima piazza è tagliata dal Corso della Repubblica e sulla stessa piazza si affaccia l'edificio dell'ex Opera Nazionale Balilla. Un altro edificio caratteristico è il Palazzo delle Poste di Angiolo Mazzoni, una delle opere più conosciute di questo architetto che coniugava l'architettura razionalista con richiami al futurismo. C'è poi l'attuale sede del comando provinciale della Guardia di Finanza, il cosiddetto Palazzo M, una costruzione fascista che ricalca la forma della M, l'iniziale di Benito Mussolini.

Secondo la deputata Miele "l'inserimento degli edifici di fondazione di Latina nell'elenco dei siti patrimonio dell'umanità Unesco porterebbe ad una maggiore attenzione per il suo valore artistico e storico agevolandone la valorizzazione e la protezione". E ancora, "entrare all'interno di un circuito riconosciuto a livello internazionale consentirebbe una straordinaria visibilità al sito, sviluppando una maggiore capacità attrattiva a livello turistico".

Infine, si legge ancora nel testo della risoluzione presentata dalla deputata leghista, "tale riconoscimento per la città di Latina potrebbe costituire il primo tassello per il riconoscimento del prezioso percorso delle città di fondazione, ovvero tutte quelle dislocate a breve distanza l'una dall'altra che hanno condiviso la stessa sorte: Pontinia, Sabaudia, Aprilia e Pomezia".

Piccolotti (Alleanza Verdi-Sinistra): "Siamo noi a vedere fascismo ovunque o è la destra fissata col ventennio?"

"Qual è l'eccezionale valore universale, cioè per tutto il mondo che si vuole attribuire al Palazzo M che ricalca la prima lettera del capo del Fascismo Mussolini secondo Miele?", si chiede la deputata di Alleanza Verdi-Sinistra,  Elisabetta Piccolotti. "Seconda domanda: siamo noi di sinistra che vediamo fascismo ovunque o e' la destra di Governo a essere fissata con il ventennio?".

La deputata Miele: "Sinistra vigliacca, evoca spettri del fascismo"

"Ci risiamo, sono tornati gli incubi e i pensieri paranoici di certa stampa di sinistra ed esponenti politici che in mancanza di altro di cui parlare evocano gli spettri del fascismo. In maniera subdola e vigliacca strumentalizzano la nostra intenzione di valorizzare un territorio con i suoi palazzi storici, che tra l'altro oggi sono anche sedi istituzionali, associando tutto questo ad un rigurgito del fascismo. L'ennesimo capriccio ideologico", è la risposta della deputata pontina della Lega.

"Latina ha il sacrosanto diritto di rivendicare la sua unicità, così come è già stato per altre realtà italiane. Negarlo significherebbe dover ammettere che perfino i palazzi costruiti in epoca borbonica andrebbero cancellati dalla nostra storia, dato che i Borboni non volevano che l'Italia fosse unita. O ancora dimenticare che tanti architetti non allineati al regime furono autori di importanti opere di architettura e urbanistica in quegli anni, non ultimi i progettisti del piano regolatore della città di Sabaudia. Latina da palude è diventata un borgo rurale, fino a evolversi in città nuova. Ciò che esiste deve essere valorizzato, non cancellato", ha spiegato ancora Miele.

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