video suggerito
video suggerito

La denuncia: “A Roma c’è una giudice che scrive sentenze contro le donne”. Ma lei si difende

La presidente della onlus Bon’t Worry’ Bo Guerreschi rivolge un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio per attenzionare la quinta sezione collegiale del Tribunale di Roma, dopo la sentenza che ha assolto un bidello accusato di violenza sessuale e prosciolto il direttore di un museo dall’accusa di molestie. La giudice Maria Bonaventura, titolare anche del procedimento per il caso dello stupro di Capodanno a Primavalle, però si difende dalle accuse.
A cura di Alessia Rabbai
10 CONDIVISIONI
Immagine

"Sentenze scritte da giudici donne e in cui le donne non vengono credute e ridotte quasi a imputate. Siamo oltre il diritto, si sta riducendo a coriandoli il Codice Rosso. Poi non lamentiamoci quando le denunce diminuiscono". Bo Guerreschi, attivista e presidente della onlus Bon’t Worry, che si occupa di violenze di genere, ha commentato la sentenza dalla quinta sezione collegiale del tribunale di Roma, presieduta dalla giudice esperta in reati sessuali Maria Bonaventura, come l'assoluzione del bidello. L'uomo, accusato di aver palpeggiato una studentessa nelle parti intime, con la motivazione che per 10 secondi non rappresenterebbe una violenza: secondo la sentenza infatti si sarebbe trattato di un contatto non di natura sessuale, un gioco goliardico in poche parole. Il legale della ragazza, che ha raccontato come l'uomo gli ha infilato le mani dentro i pantaloni mentre saliva le scale, ha deciso di presentare ricorso.

Guerreschi ha rivolto un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio, perché tenga alta l'attenzione sulla questione e ha invitato tutte le associazioni a difesa delle donne a fare fronte comune. Ciò che teme l'attivista è lo stesso esito per il processo sullo stupro di Capodanno 2021, una vicenda avvenuta tra giovanissimi in una villa di Primavalle a Roma. Il collegio è infatti il medesimo che ha giudicato il bidello, il timore, spiega l'attivista è che si vada verso un giudizio che non riconosca o colpevolizzi la vittima.

Intervistata dalla Repubblica Guerreschi in merito allo stupro di Capodanno ha spiegato che "la difesa dell’unico imputato Patrizio Ranieri ha chiesto di sentire la vittima in aula, perché secondo loro non c’erano esigenze di protezione. La ragazza ha subito cinque ore di interrogatorio incrociando il suo violentatore, ha avuto diritto a una sola pausa per un bicchiere d’acqua. La presidente le ha anche vietato di parlare con il nostro difensore. Un trattamento assurdo". Sulle dichiarazioni della presidente di ‘bon't worry' è intervenuta chiamata a dire la sua la giudice Bonaventura che al Corriere della Sera ha risposto: "La legge prevede la possibilità di appello. A questo punto sarà  la Corte d’appello a esprimere il proprio parere a garanzia di tutti".

A portare Bonaventura sulle pagine dei giornali però non c'è stata solo la sentenza sul bidello, ma anche quella in cui è stato prosciolto l'ex direttore di un museo, accusato di abusi sessuali da una dipendente. Nelle motivazioni si legge: "Non si può escludere che la parte lesa, probabilmente mossa dai complessi di natura psicologica sul proprio aspetto fisico (segnatamente il peso) abbia rivisitato inconsciamente l’atteggiamento dell’imputato nei suoi confronti fino al punto di ritenersi aggredita fisicamente".

La giudice si difende: "Il mio ruolo mi conferisce autonomia e indipendenza ed è in ragione di questi principi che ho scritto la mia sentenza". In merito al fatto che i pubblici ministeri abbiano annunciato o depositato un ricorso contro le sue sentenze ha risposto: "I giudici devono esprimersi attraverso le proprie sentenze. Ho in serbo una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura".

10 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views