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La battaglia contro il termovalorizzatore di Roma: oggi al tar associazioni e sindaci, c’è anche Raggi

L’ex sindaca Raggi: “Associazioni e comitati hanno ragione nel voler bloccare la costruzione di questo enorme impianto inquinante”.
A cura di Enrico Tata
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Arriverà probabilmente entro 45 giorni la sentenza del Tar del Lazio sui sei ricorsi presentati da comitati e associazioni contro il termovalorizzatore che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intende realizzare nell'area di Santa Palomba.

In aula presenti il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, e anche l'ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ha dichiarato: "Nella discussione odierna in pubblica udienza i Comitati ricorrenti hanno rilevato non solo che l'inceneritore contrasta con le normative europee che regolano le modalità di smaltimento dei rifiuti, ma che lo stesso decreto legge che ha conferito i poteri straordinari da commissario al sindaco Gualtieri presenta una serie di criticità tali da renderlo illegittimo. Tra queste c'è l'assenza della dichiarazione dello stato di emergenza, che sola può giustificare la nomina di un Commissario; ma anche il fatto che il decreto riguarda poteri connessi alla migliore gestione del Giubileo del 2025, mentre invece l'inceneritore inizierà a vedere la luce solo dopo il 2026, ben oltre la conclusione dell'Anno santo".

Argomentazioni, quelle dei ricorrenti, che sono giuste, ha detto Raggi, "non solo nel merito, ma anche nella forma e che hanno l'obiettivo di bloccare la costruzione di questo enorme impianto inquinante. Lo scopo ultimo è quello di poter rivedere congiuntamente il Piano rifiuti, abbracciando le migliori tecnologie oggi esistenti per chiudere il ciclo dei rifiuti riducendo al minimo l'impatto ambientale. Attenderemo con loro la sentenza".

Le associazioni che hanno presentato il ricorso, si legge in un comunicato a firma Rete Tutela Roma Sud, "sono preoccupati per il perdurare dell’emergenza, provocata dalla disorganizzazione dell’AMA e da una deresponsabilizzazione collettiva, che vede conferire nei cassonetti stradali qualsiasi cosa, dai materassi all’eternit, e rischia di aggravarsi con l’inceneritore, che farà credere ai cittadini che la differenziata sia inutile perché “tanto bruciano tutto”".

Secondo le associazioni, "il ricorso può salvare la Città di Roma da un errore gravissimo, che rischia di giustificare l’inciviltà della mancata raccolta differenziata e rovinare un territorio di pregio per sempre, che ha adottato un modello di gestione dei rifiuti improntato alla vera economia circolare, avviando a riciclo fino all’80% degli scarti".

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