video suggerito
video suggerito

La Asl vuole chiudere il consultorio di Garbatella: “Un servizio essenziale negato a 130mila cittadini”

Un cartello per trasferire tutti i servizi in via dei Lincei, l’unico consultorio che resterebbe aperto nell’VIII distretto, dove si contano più di 130mila abitanti: “Qui ce ne vorrebbero almeno 5”.
A cura di Beatrice Tominic
28 CONDIVISIONI
Immagine

"Chiuso temporaneamente". È quello che si legge davanti a numerosi consultori di Roma e provincia. Alcuni, però, sono chiusi temporaneamente dal 2019, come nel caso di quello in via Casilina. Lo stesso cartello, qualche mese fa, in ottobre, è comparso anche davanti al consultorio di Largo delle Sette Chiese.

"Si tratta di un consultorio storico per il territorio. Mia madre lo frequentava negli anni Ottanta, quando ancora non si trovava a largo delle Sette Chiese. Io ho iniziato quattro anni fa, quando ho partorito. E con noi tantissime altre donne in tutti questi anni hanno fatto rete fra le mura di Largo delle Sette Chiese", racconta Cristina. "Con la chiusura di questo consultorio, ne resterebbe uno solo in un territorio che, per legge, ne prevede almeno cinque".

Secondo la legge 405/1975, confermata nel 2022, infatti, è necessario che sia presente un consultorio familiare ogni 20mila abitanti nelle zone urbane, ogni 25mila nelle periferie. Ma nell'VIII Distretto di abitanti se ne contano 130mila e di consultori due, fra cui quello in chiusura. "Dire addio a questo consultorio – continua Cristina – vorrebbe dire meno servizi, meno sicurezza per donne e mamme ma anche per uomini e giovani".

Il consultorio a Largo delle Sette Chiese: l'annunci di chiusura

Il primo avviso è arrivato nel mese di settembre, con un cartello affisso sul cancello del consultorio che annunciava che tutti i servizi offerti erano stati spostati nella struttura in via dei Lincei, fatta eccezione per le vaccinazioni dei bambini da zero a 12 mesi. In ottobre, a due giorni dalla nascita di quello che è diventato il Collettivo di zona per la difesa del Consultorio di Garbatella, San Paolo, Ostiense e dal lancio della petizione online, è stato affisso un altro cartello. Stavolta, oltre alla notizia, veniva sottolineato il fatto che lo spostamento fosse temporaneo e che la chiusura sarebbe servita per ristrutturare il piano interrato.

"Fra due settimane sarà di nuovo agibile", aveva inizialmente dichiarato la Responsabile per i Consultori familiari della ASL Roma 2, dove si trova il consultorio, la dottoressa Patrizia Magliocchetti. Ma poi, a fine ottobre, la situazione è cambiata. Lo spostamento, ha detto il dottor Giuseppe Gambale, Direttore Sanitario della Asl di Roma 2, è dovuto ad una mancanza di personale ostetrico, per cui non sono previste nuove assunzioni.

Consultori di quartiere, ne resta solo uno nella zona

Soltanto nella riunione organizzata per il 4 dicembre, a cui ha partecipato il Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori insieme al Collettivo del Consultorio, la dottoressa Magliocchetti e il suo superiore, il dottor Rocco Rago, Direttore del Dipartimento Malattie di Genere, Genitorialità, Bambino e Adolescente della Asl di Roma 2, hanno ammesso che mantenere entrambe le strutture costerebbe troppo e che resterà aperta soltanto solo quella di via dei Lincei.

L'ingresso del consultorio delle Sette Chiese in protesta.
L'ingresso del consultorio delle Sette Chiese in protesta.

"Hanno parlato di mantenimento oneroso sia dal punto di vista organizzativo che economico, all'inizio ci hanno detto che volevano chiuderlo perché mancava personale. Ma qui, a differenza di altri casi, non ci sono stati pensionamenti o altre situazioni che hanno comportato la riduzione di personale. È soltanto una loro decisione: quattro infermiere hanno ricevuto la comunicazione del loro trasferimento già prima dell'estate".

Chiusura del consultorio: cosa comporta

"Fra le motivazioni della chiusura, hanno aggiunto anche che il consultorio riceveva poche persone, ma non è così. Nonostante la difficoltà nel richiedere appuntamento, vista la segreteria disponibile soltanto dalle 12.15 alle 13.15 e nell'essere ricevute, per l'apertura esclusivamente mattutina nella maggior parte dei giorni della settimana che creava difficoltà a studenti e studentesse e a lavoratrici e lavoratori, sono molte le persone che si rivolgevano alla struttura", continua Cristina del Comitato.

Il presidio organizzato dal Collettivo del COnsultorio delle Sette Chiese sotto alla sde della Regione Lazio.
Il presidio organizzato dal Collettivo del COnsultorio delle Sette Chiese sotto alla sde della Regione Lazio.

"È per questo che il consultorio non può chiudere. È sempre stato un centro necessario a livello oncologico, perché mette a disposizione la possibilità di effettuare screening e prevenzione, come per il tumore al collo dell'utero. Per non parlare del ruolo di sostegno che ha per le neomamme: il consultorio crea una rete fondamentale fra di loro. Ma anche prima del parto, in età fertile e nella menopausa". Ma i servizi non finiscono qui: "Qui si trova assistenti sociali e il servizio psicologico: spesso sono le nostre psicologhe che vanno nelle scuole, chiamate da studenti e studentesse a fare lezioni di educazione sessuoaffettiva. Per loro è attivo anche lo spazio giovani, uno spazio accogliente per tutti e tutte al quale si possono affidare completamente. E tutti i servizi sono gratuiti e anonimi".

I consultori nella Asl di Roma 2

Perché allora vogliono chiudere (anche) questo consultorio? "Si tratta di un piano aziendale preciso messo in campo dalla Asl di Roma 2 e dalla sanità pubblica in generale. Da tempo stiamo assistendo ad un processo di questo tipo in tutta Italia: nelle regioni del Nord i consultori già sono stati chiusi e snaturati", aggiunge Gabriella Marando del Coordinamento delle Assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio. "Dietro al consultorio non ci sono guadagni e spesso non ne viene riconosciuta la funzione sociale, senza contare la posizione politica contraria all'IVG, l'interruzione volontaria di gravidanza: dietro alla chiusura dei consultori ci sono ragioni politiche chiare".

Come spiega Marando, le motivazioni esposte per giustificare la chiusura dei consultori sono le più disparate: "Quello di Lunghezza viene chiuso per ristrutturazione; a Pietralata c'è un problema di personale reale a causa di numerosi pensionamenti; al Quarticciolo danno la colpa ad alcuni episodi violenti che sarebbero avvenuti proprio davanti al consultorio. Ma è in territori come questo che servirebbe incrementare il servizio, invece di abbandonare il quartiere – continua – Il 25 novembre eravamo tantissime e tantissimi in piazza per Giulia Cecchettin, ma basta sempre troppo poco tempo per dimenticarcene. Ci dicono che non hanno personale, ma basterebbe visionare le graduatorie degli ultimi concorsi per trovare nuovi dipendenti".

Dalla manifestazione del 25 novembre scorso a Roma in occasione della Giornata contro la Violenza di genere.
Dalla manifestazione del 25 novembre scorso a Roma in occasione della Giornata contro la Violenza di genere.

Chiudere uno dei consultori della Asl di Roma 2, significa molto. "È l'unica Asl che non è contro la somministrazione della pillola RU-486", continuano dal Coordinamento Assemblee dei Consultori, pur specificando che la stessa Asl di Roma 2 non passa gli anticoncezionali per la fascia 14-21 anni gratuitamente.

La mobilitazione per il Consultorio delle Sette Chiese

Dopo la petizione online contro la chiusura del Consultorio delle Sette Chiese che, nel giro di pochi giorni, ha raggiunto le 2000 firme; il primo presidio lanciato a fine ottobre e la costituzione del Collettivo, la mobilitazione non si ferma, per il consultorio di Garbatella e per tutti gli altri che chiudono in Italia.

"Vogliamo che il consultorio venga riaperto per garantire i servizi di Ginecologia e Ostetricia, il Percorso Nascita, lo Spazio Allattamento, lo Spazio Giovani e gliScreening Oncologici; che venga riorganizzato il servizio di accoglienza e il personale amministrativo che, fino alla chiusura nel mese di settembre, è sempre stato a carico delle infermiere. Per il personale (come già proposto da Marando, ndr) chiediamo che si attinga alle graduatorie già formate nell'ultimo soccorso", continua Cristina. "Perché quando un consultorio chiude, se non si lotta, non riaprirà mai più. Per questo continua la nostra protesta non può esaurirsi così".

28 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views