Invasione di topi, blatte e infiltrazioni nelle case popolari di Rebibbia: “Il Comune intervenga”
Piloni in cemento armato logorati, citofoni malfunzionanti, perdite di acqua, invasione di blatte e topi: questi sono solo alcuni dei problemi che gli inquilini delle case popolari di via Giovanni Palombini a Roma, in zona Rebibbia, si trovano ad affrontare ormai da diverso tempo. A denunciarlo, con una lettera e un dossier inviati al Municipio IV, sono i residenti e il comitato di quartiere Mammut. Chiedono risposte e interventi, in modo da poter vivere in sicurezza e senza condizioni di disagio.
"Dopo settimane di assemblee sotto ai palazzi, questa mattina con gli inquilini di via Palombini 12/24 abbiamo consegnato al IV Municipio e al Comune di Roma una lettera aperta e un dossier relativi alle manutenzioni dei caseggiati – spiega il comitato Mammut -. Dopo la mobilitazione contro la modifica della legge 12, gli inquilini e le inquiline insieme al comitato hanno deciso di rilanciare su un piano di investimenti chiaro e programmato per le case popolari del nostro quartiere. L'invito alle amministrazioni municipali e comunali è ad aprire un tavolo per definire le priorità di intervento e pianificare manutenzioni stabili nel tempo".
Il comitato e gli inquilini hanno incontrato l'assessora alle Politiche abitative Federica Desideri, esponendole le problematiche dei palazzi. "Entro dieci giorni si è impegnata a convocare i tecnici del municipio e del comune per i primi sopralluoghi per poi procedere a un cronoprogramma".
Molti abitano nelle case popolari di via Palombini dagli anni '80, da "quando diverse famiglie in emergenza abitativa da tutta la città sono venute ad abitare in questo quartiere", scrivono nella lettera consegnata all'assessora. "Al tempo, di confort da queste parti se ne vedevano pochi. Molte famiglie sono arrivate qui senza strade, telefoni o servizi, e proprio durante gli scavi per la viabilità fu scoperto l'elefante antico del pleistocene e il vecchio letto del fiume Aniene. Se oggi la situazione è diversa, lo dobbiamo anche alla nostra testardaggine, a questo tessuto di partecipazione che ancora oggi ci caratterizza".
"Di recente, abbiamo partecipato alle mobilitazioni contro la modifica della legge 12/99 che regola il funzionamento delle case popolari nella nostra Regione. Crediamo sia fortemente sbagliata la riforma che è stata proposta, non è possibile legare l’edilizia popolare pubblica a logiche di mercato o, peggio, anticostituzionali. Nonostante il congelamento della proposta di modifica, siamo consapevoli del fatto che la battaglia non è finita qui, e che ci saranno nuovi tentativi di cambiare le regole del gioco".
Questo riguarda anche la messa in sicurezza e la ristrutturazione dei palazzi di edilizia popolare, molto spesso lasciati a se stessi e all'iniziativa dei singoli per quanto riguarda la manutenzione. La richiesta dei residenti è quella di convocare un incontro per discutere delle criticità rilevate nel dossier consegnato all'amministrazione municipale. "Nel corso degli anni, le manutenzioni ordinarie e straordinarie sono state sostanzialmente a carico dell’iniziativa spontanea degli inquilini dei caseggiati. Non rinneghiamo quanto abbiamo fatto finora, ci mancherebbe. Ma ovviamente non possiamo arrivare ad interventi strutturali che non possono, e non devono, spettare a noi".