D’Amato a Fanpage: “Un errore accantonare ReiThera, strategico avere un vaccino italiano”
Impegnato senza sosta nella gestione della campagna vaccinale, al momento il Lazio è la regione con il tasso più alto di cittadini over 12 che hanno completato il ciclo di immunizzazione, alle prese con la riapertura delle scuole e a convincere e raggiungere gli indecisi, l'assessore alla Sanità di Zingaretti Alessio D'Amato è uno di quegli amministratori che in questo anno e mezzo non si è limitato a gestire l'emergenza, ma si è speso molto per contribuire all'elaborazione di una strategia complessiva per uscire dalla pandemia, a cominciare dalla ricerca.
La Regione Lazio ha investito nel vaccino italiano ReiThera, su cui è impegnato direttamente lo Spallanzani, circa 8 milioni di euro su 35 milioni investiti in ricerca sul Covid-19, accompagnando tutte le fasi della sperimentazione e del reperimento dei fondi (il grosso dei quali è arrivato da Invitalia). Ma il futuro del siero tricolore al momento è nebuloso. La fase 1 della sperimentazione ha dato risultati positivi, così come quelli della fase 2: il 99% dei vaccinati con seconda dose hanno sviluppato anticorpi e non sono risultati effetti collaterali gravi. Ma per la fase 3, che dovrebbe coinvolgere migliaia di persone, al momento mancano i soldi.
D'Amato – intervistato da Fanpage – si detto ancora convinto della necessità di arrivare a produrre a ReiThera."Auspichiamo che la sperimentazione possa andare avanti, anche perché la fase 1 è andata bene e la fase 2 ha dato risultati incoraggianti. – ha spiegato – Sul tema della vaccinazione dobbiamo essere meno provinciali, avere uno sguardo rivolto al mondo. La pandemia è un fenomeno globale e si contrasta se mettiamo tutto il mondo nelle condizioni di vaccinarsi, perché abbiamo visto che se parte una qualsiasi variante del virus anche dall'altra parte del globo poi può avere effetti gravi anche qui da noi. Dobbiamo usare tutte le armi a nostra disposizione, e questo vuol dire tutti i vaccini".
D'Amato sottolinea poi come "i vaccini a mRna sono costosi e necessitano di una catena del freddo che non tutti i paesi hanno a disposizione, servono quindi vaccini con costi unitari più bassi e più flessibili per una campagna di vaccinazione globale". Come a dire: per il vaccino italiano, che invece al pari di Astrazeneca e Johnson & Johnson utilizza vettori adenovirali, c'è e ci sarà mercato, e può essere un'importante strumento per il futuro anche sul piano interno, tenendo conto che potrebbe esserci necessità di una terza dose e che nessuno è ora in grado di escludere che il vaccino contro la Covid diventerà un'abitudine, almeno per le categorie più a rischio. "La possibilità di produrre ReiThera è un'opportunità che si rivolge anche al bacino del Mediterraneo e a quei paesi con cui abbiamo scambi e flussi più intensi. Dobbiamo guardare alla percentuale di vaccinati qui da noi, dobbiamo rivolgere lo sguardo anche a quello che succede nel resto del mondo perché ci riguarda", conclude D'Amato.