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Intera classe bullizza 13enne: “Non passi dalla porta, ammazzati”. Interviene la Garante per l’infanzia

Una ragazzina di tredici anni è stata perseguitata per diverso tempo dai compagni di classe, che oltre a mandarle messaggi minatori insultandola, avevano creato un gruppo WhatsApp contro di lei.
A cura di Natascia Grbic
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I compagni di classe della ragazzina di tredici anni bullizzata, insultata e a cui hanno augurato la morte, sono stati sospesi con l'obbligo di frequenza. Nella scuola sono stati organizzati inoltre degli incontri con la Garante dell'infanzia del Lazio, che ha parlato con i ragazzi cercando di fargli capire la gravità della situazione e del loro comportamento.

Sette di loro sono stati denunciati dalla madre della ragazzina, una 13enne che avevano cominciato a chiamare ‘Ebola'. I reati ipotizzati sono stalking e istigazione al suicidio. La giovane era bersagliata di messaggi sul cellulare in cui le si augurava la morte, scrivendole "perché non ti ammazzi' e insultandola. "Fatti una domanda se non hai amici", le dicevano in molti. E così lei, che non aveva nessun appoggio in classe, si era isolata sempre di più. Cercava di entrare in ritardo e stare con gli altri compagni il meno possibile, in modo da evitare insulti e prese in giro che, in ogni caso, arrivavano.

A riportare la notizia e il contenuto della denuncia, è la Repubblica. In una chat WhatsApp in cui era presente quasi tutta la classe e chiamata "Gruppo anti – Ebola", i minori si scambiavano modi e frasi per renderle la vita impossibile. Da una filastrocca creata apposta per umiliarla, ("Se guardi guardi il Vesuvio erutta TUTUTUTU, quando ti siedi TUTUTU cadi al centro della terra, per quanto sei grossa non passi dalla porta TUTUTU"), a ‘giochi' in cui dovevano provare a non sfiorarla, e in caso contrario dovevano fare penitenza.

I contenuti della chat sono emersi dopo che una ragazzina della classe, pentita, ha confessato alla 13enne cosa stava accadendo alle sue spalle. E allora la madre, preoccupata per quei messaggi e quel comportamento pieno di violenza, ha deciso di denunciare tutti quanti.

Agli incontri con la Garante dell'infanzia del Lazio ha partecipato anche la vittima. I compagni di classe sarebbero pentiti di quanto fatto. "Se soffrire così può servire a qualcun altro l’accetto. Questa era la mia classe, sono cresciuta con questi compagni, e mai mi sarei immaginata tutto questo contro di me", le parole della 13enne, riportate dal quotidiano.

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