Infertilità: nel Lazio una legge per favorire il congelamento degli ovuli

In Italia si fanno figli sempre più tardi sia perché legittimamente si vuole aspettare, sia perché le condizioni economiche e di vita spesso non consentono di poter affrontare una gravidanza prima dei trent'anni. Il lavoro non si trova, quando c'è è sottopagato, e spesso a farne le spese sono le donne. Che, quando comunicano di avere un bambino, vengono allontanate, licenziate, demansionate o sottoposte a mobbing per costringerle a dare le dimissioni. Chi vuole figli ci pensa mille volte, e magari decide di rimandare la decisione a tempi più sereni. Più si va avanti con l'età e più può capitare che si presentino problemi di infertilità: a quel punto avere una gravidanza, anche se non impossibile, è molto complicato.
Questo argomento è ancora un tabù: di infertilità e aborto non si parla, non sono argomenti che le persone vogliono ascoltare. La gravidanza deve rimanere, nell'ottica comune, un periodo felice, guai se viene scombinato da intoppi che invece, sempre più persone, si trovano a dover affrontare. Sono moltissime le coppie che non riescono ad avere figli, e che provano ad accedere ai percorsi di procreazione medicalmente assistita, sui quali aleggia ancora un forte stigma. Spesso chi ha figli con la Pma lo nasconde, e si trova a dover percorrere una strada dura dal punto di vista fisico e psicologico, in totale solitudine.
Nel Lazio è stata depositata dalla consigliera dem Eleonora Mattia una proposta di legge per affrontare in modo strutturale la prevenzione dell’infertilità e la preservazione della fertilità. "Secondo i dati dell’ultimo Rapporto sulla natalità pubblicati dall’Istat nell'Ottobre 2024, il 2023 ha fatto registrare un ulteriore record al ribasso per le nascite, che scendono a 379.890, registrando un calo del 3,4% sull’anno precedente – si legge nel documento – Il calo delle nascite prosegue anche nel 2024: in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite sono 4.600 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il numero medio di figli per donna scende e si attesta a 1,20, in flessione sul 2022 (1,24). La stima provvisoria elaborata sui primi 7 mesi del 2024 evidenzia una fecondità pari a 1,21. La situazione non è migliore nella nostra regione. Secondo i dati riportati nel Documento di Economia e Finanza Regionale 2025-2027, nell'ultimo decennio il tasso di natalità ha avuto un decremento rilevante passando da 9,2 nati (ogni 1.000 abitanti) a 6,0 nati e la popolazione del Lazio è lievemente diminuita: la popolazione in età lavorativa si è ridotta dell'1,5 per cento e parallelamente, è risultata in aumento del 3,1 per cento la quota degli ultra65enni".
Al fine di contrastare la denatalità, che nel Lazio ha raggiunto soglie molto elevate, la proposta di legge depositata da Mattia si avvale di due pilastri: una campagna informativa sul tema diretta ai giovani, da svolgere soprattutto nei consultori, scuole e università, lo screening della riserva ovarica, e l'estensione dell'accesso alla crioconservazione a varie fasce di popolazione che prima non potevano usufruirne. Con quest'ultima in particolare si vuole aiutare chi ha una ridotta riserva ovarica e desidera dei figli, ma non in tempi immediati. In che modo? Tramite il congelamento e la conservazione degli ovociti. Quest'ultimi possono essere custoditi per un periodo indefinito di tempo: quando e se arriverà il momento, potranno essere fecondati in vitro o utilizzati per la fecondazione intrauterina.
C'è però un problema: nel Lazio alla crioconservazione gratuita degli ovociti possono accedere solo le donne che hanno meno di 40 anni e ricevono una diagnosi di tumore. In altre regioni è consentito anche a chi è affetta da altre patologie, come l'endometriosi, la menopausa precoce, o alcune malattie autoimmuni, con delle eccezioni per quanto riguarda il costo dei farmaci (che deve essere sostenuto dalla persona che vuole accedere alla crioconservazione) e il prezzo annuale del deposito. In alcuni casi, quindi, le donne dovranno comunque pagare prezzi che vanno dai 400 a oltre mille euro. Cifre consistenti, che non possono essere affrontare da tutte. Con questa legge, si vuole estendere l'accesso alla crioconservazione sia per motivi di salute – quindi non solo diagnosi di tumore, ma anche endometriosi e menopausa precoce per fare due esempi – sia per motivi economici, facilitando chi vorrebbe farla, ma non ha la disponibilità economica necessaria.
"L'obiettivo – spiega la consigliera Mattia – è contrastare la denatalità e garantire un accesso equo e consapevole alle tecniche di crioconservazione. Mi appello al Presidente Rocca affinché questa proposta di legge sia discussa e approvata al più presto per aiutare le donne e le coppie che desiderano diventare genitori e affinché la Regione Lazio faccia da apripista in ambito nazionale, come già accaduto nella scorsa legislatura con la norma sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che ha innalzato l’età delle donne da 43 a 46 anni garantendo l’accesso tramite la sanità pubblica. Un criterio poi adottato in maniera omogenea in tutta Italia con gli ultimi Lea”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, firmataria della proposta di legge “salva-nascite”.
“Attualmente in Italia, infatti, la crioconservazione è gratuita per le donne che hanno meno di 40 anni e ricevono una diagnosi di tumore, e, in alcune regioni, pur in assenza di una legge nazionale, possono accedere al servizio di preservazione della fertilità anche le donne con altre patologie (endometriosi, menopausa precoce, malattie autoimmuni ecc.). Poco o nulla viene fatto per quelle coppie meno abbienti. Con questa legge, che prevede un impegno finanziario da un milione di euro complessivo per il triennio 2025-2027, affrontiamo per la prima volta il problema con un approccio olistico. Due le tipologie di misure previste: una campagna di informazione e screening della riserva ovarica, rivolta ai giovani tramite i Consultori, scuole e università per una scelta consapevole della genitorialità e contributi per agevolare l’accesso alla crioconservazione pianificata degli ovociti (CPO), come l’esenzione totale dalle spese per le donne al di sotto dei 35 anni, che incontrano difficoltà nel concepimento per motivi di salute, e un contributo economico fino a 3mila euro alle donne tra i 25 e i 35 anni d’età, che scelgono di posticipare la maternità per motivi sociali, sono residenti nel Lazio da almeno un anno con nucleo familiare e hanno un reddito ISEE di massimo 30mila euro”,