Infermiera uccisa a Roma, l’amministratore di condominio: “Nel palazzo c’era una pozza di sangue”
"Mi hanno chiamato i condomini per dirmi che nell'androne del palazzo c'era una pozza di sangue. Erano circa le 17 e mi trovavo al lavoro, stavo facendo dei giri, ma sono rientrato per vedere cosa fosse successo". A parlare ai microfoni di Fanpage.it è Paolo Tedesco, l'amministratore di condominio della palazzina al civico 61 di via Giuseppe Allievo in cui lunedì 4 settembre è stata trovata morta Rossella Nappini, l'infermiera cinquantaduenne dell'ospedale San Filippo Neri.
"Una volta arrivato sotto al palazzo ho trovato già i poliziotti sul posto e ho saputo che la vittima era la figlia di una condomina, una signora di ottant'anni che conosco che vive in questo stabile a quanto so da quando è stato costruito, ma sua figlia non la conoscevo personalmente" spiega Tedesco. "Ho visto gli agenti che parlavano con i due ragazzi, due inquilini della palazzina accanto che presumibilmente hanno trovato il corpo, facevano loro delle domande. Il luogo esatto in cui è stato ritrovato il corpo non l'ho visto e non so altro". Sul fatto che la donna vivesse lì l'amministratore di condominio spiega: "So da voci che mi sono arrivate che nell'ultimo periodo abitava da sua madre".
È ancora presto per una ricostruzione dell'accaduto, secondo quanto reso noto finora la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio, anche se non ci sono al momento nomi iscritti nel registro degli indagati. Gli investigatori cercano l'ex compagno, per capire dove si trovasse quando Rossella è stata uccisa e stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita dell'infermiera, che lascia due figli. Nel quartiere profondamente scosso dall'accaduto c'è silenzio, in attesa dei risvolti delle indagini, che facciano luce sul killer. Una donna ha detto di aver udito un residente che dichiarava di aver sentito delle urla "pare che dicessero aiuto, aiutatemi!".
Interviste di Simona Berterame, articolo di Alessia Rabbai