Rossella Nappini uccisa a Roma, l’ex Adil Harrati non risponde alle domande del giudice
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Adil Harrati, il 45enne accusato di aver ucciso Rossella Nappini a Roma. L'uomo, di nazionalità marocchina e irregolare in Italia, ha deciso di non collaborare e di non fornire la sua versione dei fatti alla giudice per le indagini preliminari preliminari Daniela Caramico D'Auria, che a sua volta si è riservata di decidere sulla convalida del fermo.
Adil Harrati è accusato è accusato di omicidio volontario premeditato
Dal momento in cui è stato rintracciato e bloccato, l'uomo si trova nel carcere di Regina Coeli con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. La pm titolare del fascicolo di indagine, Claudia Alberti, ha già raccolto indizi che sembrano schiaccianti sulla responsabilità del 45enne: dalle testimonianze dei vicini ai video delle telecamere di sorveglianza, fino all'analisi sulle celle telefoniche che confermano la sua presenza sul luogo del delitto.
Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, Harrati sarebbe arrivato in via Giuseppe Allievo armato di coltello e già intenzionato ad uccidere Rossella Nappini, con cui aveva avuto una breve relazione. La donna è stata uccisa con circa venti coltellate.
L'ex compagno dell'infermiera ha raccontato: "Adil la molestava"
Un ex dell'infermiera ha raccontato che "Adil la molestava. La loro storia era durata poco, lei gli aveva detto di farla finita. Si sono conosciuti durante i lavori di ristrutturazione nella casa della madre viveva. Sono usciti insieme, poi lei ha deciso di chiudere, ma lui da quanto mi diceva continuava a cercarla".
Le indagini sono ancora in corso, ma sulla colpevolezza di Harrati non sembrano esserci dubbi. L'uomo è assistito dall'avvocato Rosario Cunsolo. Intanto per oggi pomeriggio è stata organizzata una fiaccolata in ricordo dell'infermiera, con la partenza fissata alle ore 19 dall'ospedale San Filippo Neri, Asl Roma 1.