Indagini sulla morte di Fabio Palotti: il freno d’emergenza dell’ascensore non è stato azionato
Il freno d'emergenza non è stato azionato e per questo è morto Fabio Palotti, 39 anni. È questa l'indiscrezione che riportano Andrea Ossino e Romina Marceca su la Repubblica in merito ai primi risultati della perizia tecnica effettuata sull'ascensore del ministero degli Esteri. Durante i lavori di riparazione, lo scorso 28 aprile la cabina ha schiacciato l'operaio, che è morto sul colpo. Nessuno poteva salvarlo, è stato accertato dall'autopsia, ma il suo corpo è stato trovato soltanto quindici ore dopo la sua morte. Questo nonostante un funzionario abbia sentito le sue grida d'aiuto e lo abbia segnalato ai carabinieri in servizio alla Farnesina. Stando ai risultati dell'esame effettuato sul corpo del 39enne, l'ascensore non gli ha lasciato scampo e quella richiesta disperata è stata lanciata prima dello schianto, quando aveva capito che un ascensore stava per cadergli sulla testa e che non gli avrebbe lasciato scampo. Le indagini hanno accertato che l'operaio ha provato a rannicchiarsi in una piccolissima nicchia per cercare di evitare l'impatto con la cabina.
Continuano le indagini sulla morte di Fabio Palotti
La parte più importante delle indagini, tuttavia, servirà ad accertare eventuali responsabilità dei datori di lavoro di Palotti. Perché era solo? Perché non c'era nessuno insieme a lui? Era stato formato adeguatamente per eseguire quei lavori? Gli è stata in qualche modo fatta pressione per terminare in anticipo l'intervento? Perché l'ascensore non si è bloccato? Come mai nessuno si è accorto della sua scomparsa per oltre 15 ore? Questi interrogativi, per ora, restano tutti senza risposta. Una prima e decisiva svolta arriverà con i risultati della perizia tecnica eseguita sull'ascensore, di cui oggi sono state anticipate le conclusioni sul mancato azionamento del freno d'emergenza.