Indagato lo psichiatra dei boss al San Giovanni: con i suoi certificati evitavano il carcere
Elvis Demce è riconosciuto essere dalla Procura di Roma uno degli attori della criminalità organizzata più importanti su piazza nella capitale. Capace di muoversi tra ‘ndrine calabresi e di parlare da pari con la camorra dei Senese, sotto la cui ala è cresciuto. Il boss della mafia albanese – per il quale sono stati chiesti 187 anni di carcere – che è stato amico di Diabolik e importava fiumi di cocaina dal Sud America e di hashish dal Marocco, è cresciuto anche con la compiacenza dei servizi messi a disposizione da un circuito di colletti bianchi. Uno di questi sarebbe un rinomato psichiatra dell'Ospedale San Giovanni, Andrea Pacileo, che dietro compensi corrisposti per ogni visita, avrebbe documentato l'incompatibilità del boss con il regime carcerario.
Ma l'attività del medico non è sfuggita ai carabinieri che, a seguito di un'articolata attività d'indagine fatta di verifiche e intercettazioni, ha inquisito lo psichiatra per i reati di falso, corruzione e procurata evasione. Sarebbe stato infatti grazie ai suoi servizi che Demce sarebbe uscito dai domiciliari. Gli uffici di Pacileo sono stati perquisiti lo scorso 24 ottobre ma la notizia è emersa alle cronache solo oggi.
Ma non è finita qua: i militari del Nucleo Investigativo di via In Selci stanno verificando la lunga lista di pazienti che sono stati in cura dal dottor Pacileo. Tra i quali figurano Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, il capo degli Irriducibili e a capo di un gruppo di narcotrafficanti assassinato il 7 agosto 2019. Sia Piscitelli che Demce sono cresciuti all'ombra di Michele Senese, detto ‘O Pazz proprio per la sua abilità a lungo coltivata di schivare il carcere grazie alle perizie mediche. E poi troviamo Ugo Di Giovanni, che dalla comunità gestiva i suoi affari anche lui socio di Senese. E poi Pacileo potrebbe aver favorito anche Alessio Lori, sodale proprio di Demce e altri uomini del crimine organizzato a Roma.
Così Demce nelle intercettazioni raccontava a un altro esponente del crimine romano, Massimiliano Rasori, come si evita il carcere: "Comincia a segnarti alSert come tossico, ad oggi è l’unica cosa che te fa risparmia galera, do na botta me faccio mezza grappa a sera e a mattina je vado a piscià". Ma non gli basta la diagnosi da tossico, Demce per stare sicuro vuole anche un certificato di "psichiatria", perché è "meglio doppia diagnosi" . "La cosa più importante è la psichiatria, è la testa, perché con la testa rimani sempre fuori", così alla fine grazie a "un dottore fidato" ottiene un certificato che lo attesta come bipolare, schizofrenico, paranoico e sociopatico.