Incidente sulla Nomentana, parla la professoressa delle vittime: “Erano affiatati già a scuola”
Affiatati fin dagli anni di liceo: la vicepreside della scuola se li ricorda così i 5 ragazzi che hanno perso la vita stanotte nell'incidente in via Nomentana, a Fonte Nuova, nella zona di Tor Lupara.
Nel sinistro, avvenuto questa notte, hanno perso la vita Valerio Di Paolo, Simone Ramazzotti e Alessio Guerrieri, che quest'anno avrebbero compiuto 22 anni, Flavia Troisi, che aveva appena festeggiato il suo diciassettesimo compleanno e Giulia Sclavo, di 18 anni, che dopo essere stata trasportata in ospedale ha perso la vita all'alba di questa mattina.
"Erano ragazzi simpatici, diversi fra di loro, ma molto uniti: si sostenevano a vicenda, anche con altri amici con cui hanno passato al serata ieri", ha spiegato a Simona Berterame la professoressa Maria Caterina Guadaccini, coordinatrice del plesso dell'istituto Frammartino di Fonte Nuova, che è la sede succursale della scuola di Monterotondo. "Con loro ci siamo sentiti di recente, circa un mese fa per fare l'orientamento in vista dell'università ai maturandi: alcuni, per l'occasione, sono tornati a scuola e ci siamo rivisti".
Il rientro in classe questa mattina
"I cinque ragazzi coinvolti nell"incidente hanno tutti frequentato la nostra scuola: si sono diplomati 2 o 3 anni fa. Quattro di loro sono morti nell'incidente, uno, invece, è ancora vivo – ha aggiunto la vicepreside – Ci auguriamo che torni a casa il prima possibile. A scuola da noi c'è anche il fratello di questo ragazzo, non possiamo fare altro che stargli vicino e sperare che possa presto tornare alla sua vita normale".
Il rientro in classe questa mattina è stato difficile: "Siamo arrivati molto presto e ci siamo riuniti dentro alla scuola: ci siamo abbracciati, ci siamo ascoltati. Mi metto nei panni di una madre che ha figli: noi non siamo pronti a veder morire i figli prima di noi", ha ammesso. Dolore anche da parte di tutti gli studenti: "Abbiamo abbracciato i compagni, prima è passato anche il fratello del ragazzo che è vivo. Non sapevamo cosa dire, questa cosa ci porta a ridimensionarsi, a fare i conti con la fragilità che abbiamo".