Incidente Ciro Immobile, l’avvocato del calciatore a Fanpage.it: “Denunciamo anche noi l’autista Atac”
Si sarebbe potuta concludere così, con la chiusura dei rilievi eseguiti dalla polizia locale che sanciva l’impossibilità di stabilire con esattezza la dinamica dello scontro, e invece dopo quattro mesi ancora continuano gli strascichi dell’incidente che il 16 aprile 2023 ha visto coinvolti il capitano della Lazio Ciro Immobile e il tram della linea 19.
La giornata di ieri, 16 luglio, era infatti l’ultima data possibile per presentare querela: proprio nelle ultime ore a disposizione si è registrata la corsa degli avvocati delle due parti, con uno scambio di denunce che ha spostato la questione sul piano penale.
A nulla sono valsi i toni distensivi del capitano della Lazio, che pochi giorni dopo il sinistro aveva inviato un telegramma al conducente del tram con un messaggio di pronta guarigione: "Spero che al più presto ciò che è avvenuto diventi un brutto ricordo per tutti noi. Spero che tu stia bene e ti auguro una pronta ripresa". Il silenzio in risposta dell’autista, infatti, non aveva lasciato presagire niente di buono: nella serata di ieri è arrivata la conferma, quando è stata diffusa la notizia che il dipendente dell'Atac ha denunciato l’attaccante della Lazio per lesioni stradali gravissime.
Immediata la risposta dell’avvocato di Immobile, Elvis Doraci, che ha presentato a sua volta una querela speculare a nome del calciatore e delle due figlie coinvolte nello scontro. "Le denunce sono state depositate per tutelare i diritti civili e penali dei miei assistiti. Il fatto che il conducente l’abbia fatto per lesioni gravissime benché abbia solo 7 giorni di prognosi dal pronto soccorso (l’autista ha in seguito presentato altri certificati medici che stabiliscono una prognosi di 100 giorni, ndr) fa riflettere e ci spinge a verificare ogni aspetto e documento allegato alla denuncia. Basti pensare che Ciro ne aveva 20 di giorni di prognosi e le bambine 30 e 50".
Se le due parti in causa non dovessero ritirare le querele, si dovrà affrontare un procedimento penale. "Si tratta di un testa a testa inutile. Se i rilievi condotti in maniera così accurata dalla polizia locale non hanno portato a nulla, finora, difficilmente la Procura potrà fare altro", conclude l’avvocato Doraci.