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Inchiesta tangenti Miur: soldi per aiuti psicologici a studenti finiti in mazzette e spese personali

Nell’inchiesta sulle tangenti al Ministero dell’Istruzione dell’aprile 2021 spuntano nuovi particolari: il denaro per il supporto psicologico agli studenti sarebbe stato stato utilizzato per pagare mazzette e spese personali.
A cura di Alessia Rabbai
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Giovanna Boda e Federico Bianchi di Castelbianco
Giovanna Boda e Federico Bianchi di Castelbianco

Il denaro che doveva essere utilizzato per il supporto psicologico agli studenti che hanno affrontato la pandemia sarebbe stato in parte utilizzato per pagare mazzette e spese personali dell'ex capo del dipartimento del ministero dell'Istruzione Giovanna Boda. Sono i dettagli che ancora emergono dall'inchiesta sulle tangenti al Ministero dell'Istruzione dell'aprile 2021 appena conclusa, condotta dall’aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Carlo Villani. In un articolo della Repubblica si legge della relazione di  consulente della Guardia di Finanza su soldi che sarebbero stati destinati ad altro e invece sono finiti nelle mani di Boda e dell'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco. Quest'ultimo avrebbe versato parte del denaro per il pagamento di tredicesime e tfr per i lavoratori delle proprie aziende. Soldi che le scuole avevano stanziato per finanziare progetti dedicati al crollo del Ponte Morandi, a campagne informative o per gli aiutare gli studenti. L'imprenditore avrebbe speso tre milioni per ottenere appalti dal valore di circa 23 milioni di euro.

Giovanna Boda si difende: "Si sono approfittati di me"

Giovanna Boda si è difesa dall'accusa di corruzione spiegando che altre persone si sono approfittate di lei in un momento di fragilità: "Soffrivo di depressione ed ero sotto cura farmacologica – sono le sue dichiarazioni nelle carte dei carabinieri e riportate dalla Verità – Non ho avuto la prontezza di sottrarmi alla grave situazione creata mettendomi in malattia come avrei dovuto fare". Intorno all'ex dirigente ci sarebbero stati anche la segretaria Valentina Franco, l'autista Fabio Condoleo e sua moglie, i quali dichiara Boda "erano assolutamente consapevoli delle dazioni che Bianchi di Castelbianco mi ha assicurato per anni e concordavano direttamente con lui le modalità con le quali farmi pervenire i soldi. Ho più volte detto a Franco e a Condoleo che ero disperata e che non sapevo come uscire da questa situazione, ma loro piuttosto che farmi desistere ne alimentavano il protrarsi dicendomi di stare tranquilla e con ciò aderendo alle indicazioni di Bianchi di Castelbianco. Nel frattempo io continuavo a effettuare spese compulsive senza senso". Boda è accusata insieme al presidente della Società italiana di ortofonologia di corruzione. Quest'ultimo avrebbe offerto 679mila euro tra soldi e benefit in cambio di appalti al ministero dal valore di 23 milioni di euro.

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