Inchiesta stadio della Roma: chieste 22 condanne, 9 anni per Lanzarone e 11 e mezzo per De Vito
Ventidue condanne, nove anni di reclusione per Luca Lanzalone e undici e mezzo per Marcello De Vito. È la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica di Roma nell'ambito dell'inchiesta per lo Stadio della Roma. I pubblici ministeri a chiusura delle indagini hanno chiesto rispettivamente una condanna a undici anni e sei mesi per l'ex presidente dell'assemblea capitolina De Vito e per l'avvocato Camillo Mezzacapo; nove anni per Luca Lanzalone e otto anni e otto mesi per l'imprenditore Luca Parnasi. Quest'ultimo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Per il deputato della Lega Giulio Centemero i pm hanno chiesto tre anni e quattro mesi, mentre per l'ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi due anni e otto mesi.
L'inchiesta sullo Stadio della Roma
Nell'ambito dell'inchiesta per la costruzione del nuovo Stadio della Roma che sarebbe dovuto sorgere a Tor Di Vallee di fatto mai realizzato, la Procura della Repubblica a luglio 2020 ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone, oltre al presidente dell’assemblea capitolina, è stato chiesto il processo anche per l’imprenditore Luca Parnasi, l’avvocato Camillo Mezzacapo, il tesoriere della Lega Giulio Centemero e l’ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi. Le accuse sono a vario titolo di corruzione, traffico di influenze ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Le accuse agli imputati
Nel dettaglio per l'accusa Luca Parnasi avrebbe dato a Marcello De Vito tangenti sotto forma di incarichi per l'avvocato Mezzacapo, poi sarebbero state spartite tra loro, ciò che i pm hanno definito un ‘meccanismo in concorso'. Parnasi inoltre avrebbe dovuto essere favorito anche per la costruzione di un campo da basket e di un polo per la musica nella zona dell'ex Fiera di Roma.
Per gli inquirenti la fondazione ‘Più voci' ritenuta vicina al Partito democratico avrebbe ricevuto 150mila da Parnasi, mentre la fondazione ‘Eyu' presieduta da Centemero, avrebbe ricevuto dall'imprenditore 250mila euro. A entrambi è contestato il finanziamento illecito. Bonifazi dovrà rispondere anche dell'accusa di aver emesso fatture per operazione inesistenti.