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Incendio al Tmb di Malagrotta, ipotesi dolo: al vaglio immagini delle telecamere

Sono al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’impianto di Tmb di Malagrotta dopo l’incendio della Vigilia di Natale. Non si esclude alcuna pista, neanche quella dolosa.
A cura di Alessia Rabbai
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Sull'incendio al Tmb di Malagrotta è stata aperta un'inchiesta per individuare le cause che lo hanno originato. Il rogo si è sprigionato intorno alle ore 15 di domenica scorsa 24 dicembre, la Vigilia di Natale. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista, ma indagano a 360 gradi. Non si esclude neanche il dolo, ossia che l'incendio sia stato provocato da qualcuno intenzionalmente. Di aiuto alle indagini potrebbero rivelarsi, si spera, le immagini immortalate dalle telecamere di videosorveglianza dell'impianto, che gli investigatori stanno passando la vaglio, per cercare di ricostruire quanto accaduto dalle riprese.

Nei filmati si cercherà di capire se qualcuno abbia dato fuoco all'impianto di trattameto dei rifiuti di proposito, arrecando così un grosso danno alla città. A sostegno dell'ipotesi dolosa come riporta Il Messaggero c'è il fatto che i vigili del fuoco avrebbero ritrovato una telecamera staccata da muro e posta sul pavimento del deposito all'interno del quale è divampato il rogo.

Domattina i cittadini manifestano a Malagrotta

Domani è in programma un sopralluogo della Commissione Parlamentare sulle Ecomafie allo stabilimento di Malagrotta. Per l'occasione i cittadini e il Comitato ‘Valle Galeria Libera' alle ore 10 hanno annunciato una manifestazione nel piazzale all'ingresso dell'impianto in via del Casale Lumbroso 495. Un sit-in per dire "Basta impianti nella Valle Galeria, basta altri disastri ambientali". Il comitato chiede inoltre l'avvio della riqualificazione del territorio.

All'impianto di Castelforte 1300 tonnelate a settimana di rifiuti

Quello al Tmb di Malagrotta è il quarto incendio di impianto di trattamento dei rifiuti a Roma in cinque anni. I precedenti sono i roghi del Tmb Salario, quello di Rocca Cencia e il Tmb2 di Malagrotta di giugno 2022. Ora Roma non ha impianti di trattamento meccanico biologico per i rifiuti indifferenziati, il Campidoglio e la Regione Lazio devono attivarsi per cercare alternative e si guarda alle altre province. "Il 25 dicembre è stata chiesta la disponibilità all'impianto di Castelforte in provincia Latina che è pronto all'immediato ricevimento e ritiro dei rifiuti secco e indifferenziato per un quantitativo di 1300 tonnellate alla settimana – ha dichiarato l’assessore alla Tutela del Territorio e Ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Fabrizio GheraStiamo lavorando e siamo in contatto con altri gestori di impianti per trovare altre soluzioni, che dovranno limitarsi al tempo strettamente necessario legato all'emergenza, per il trattamento del rifiuto urbano in eccesso".

Al momento l'ipotesi di reato è di omicidio colposo. Secondo quanto ricostruito finora l'impianto domenica scorsa era stato chiuso alle ore 13. Nel deposito di 14 mila metri quadrati hanno bruciato almeno 4 mila metri quadrati di rifiuti. Le operazioni di spegnimento da parte dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Roma, che sono intervenuti con diverse squadre sono andate anvanti per tutta la notte di Natale. È in corso di verifica il fatto che l'incendio possa esserestato provocato dalla presenza all'interno del deposito dell'impianto di batterie al litio.

Livelli di inquinanti inferiori ai limiti

Ieri il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha firmato una nuova ordinanza, la numero 142 del 26 dicembre, dopo i risultati delle rilevazioni di Arpa Lazio, che evidenziano come i livelli di Pm10 siano "ampiamente inferiori al limite giornaliero". L'ordinanza rimuove il divieto delle attività sportive all’aperto, le raccomandazioni di limitare le attività ludico ricreative all’aperto e di mantenere chiuse le finestre.

Restano vietati la raccolta e consumo degli alimenti di origine vegetale prodotti nell'area individuata, e il pascolo e razzolamento degli animali da cortile, ma entro un raggio di tre chilometri dal luogo dell’incendio e per un periodo non superiore alle quarantotto ore e non non più di sei chilometri come nella fase immediatamente successiva all'incendio.

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