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Rapinò una farmacia armato di siringa: finisce in carcere incastrato da un’impronta

Ha minacciato con una siringa la cassiera e rubato il registratore di cassa. Un 48enne romano è stato arrestato ed è finito in carcere per la rapina alla farmacia di via Tiburtina avvenuta il 15 marzo dell’anno scorso. Decisive le impronte lasciate sull’apparecchio abbandonato in strada, che hanno rilevato la sua identità.
A cura di Luca Ferrero
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È finito in manette il romano di 48 anni che ha rapinato una farmacia di via Tiburtina la sera del 15 marzo 2020. Il giudice per le indagini preliminari di Roma mercoledì 15 settembre ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantottenne romano, che dovrà rispondere di rapina. Il registratore di cassa, sradicato durante l'azione e abbandonato per strada, è stato decisivo per raccogliere le impronte e indirizzare le ricerche. Dopo un anno e mezzo, l'uomo è finito in manette, ma le indagini dei carabinieri continuano.

La rapina ad inizio pandemia: siringa in mano e cassa sradicata

Secondo quanto emerso in sede d'indagine il quarantottenne nei primi giorni di pandemia si è presentato in una farmacia di via Tiburtina con il volto coperto dalla mascherina e una siringa in mano. Così ha intimidito la cassiera ed è riuscito a rubare l'incasso della giornata. Con l'apparecchio in mano è fuggito a piedi. Una pattuglia di carabinieri della Stazione Roma Casalbertone è arrivata sul posto a una manciata di minuti dall'allarme. Una volta accertata la dinamica della rapina, i militari hanno subito avviato le ricerche. Hanno battuto innanzitutto la zona intorno all'esercizio commerciale: dell'uomo nessuna traccia, del registratore di cassa sì. Giaceva a terra in via Renzo Renzi.

Le impronte sulla cassa svelano l'identità del rapinatore

Il registratore di cassa è stato poi inviato dagli uomini dell'Arma alla Sezione Rilievi del Nucleo Investigativo. Un passaggio che ha segnato la svolta nelle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma. In via Selci, sede della Sezione Rilievi, la cassa è stata esaminata e sono stati ritrovati frammenti di impronte digitali. Frammenti preziosi, trasmessi subito al Ris di Roma per l'identificazione. Un processo che è durato mesi, ma che ha dato i suoi frutti. Le impronte, analizzate tramite la Banca Dati Nazionale del Ministero dell’Interno, hanno rivelato l'identità dell'indagato. Stamattina i militari hanno dato esecuzione alla misura di custodia cautelare. Intanto le indagini continuano per accertare che l'uomo non abbia commesso altre rapine.

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