In Giappone esplode la maritozzo mania: tutti pazzi per il dolce romano ripieno di panna
Chi è stato in Giappone ha avuto modo di apprezzare l'arte culinaria del Sol Levante, tra sushi kaiten, takoyaki, ramen e yakitori da comprare ai chioschetti e mangiare in mezzo alla strada. Questo cibo ha avuto così tanto successo che ormai a Roma è pieno di ristoranti giapponesi di cucina più o meno tradizionale nipponica, dove gustare i piatti tipici del posto. Soprattutto il sushi va così di moda che ormai si trova pure a costi contenuti nei banchi frigo dei supermercati. Che se ce lo avessero detto qualche anno fa non ci avremmo mai creduto.
Ecco, come qui a Roma – ma tutta Italia non fa eccezione – siamo diventati letteralmente pazzi per nigiri e uramaki, in Giappone è esplosa da quest'estate la maritozzo mania. Non si sa bene come sia partito il tutto, se da una puntata in televisione dedicata alla pasticceria Romoli con tanto di maritozzo in primo piano, o se dal ristorante italiano nel famoso quartiere di Harajuku a Tokyo. Fatto sta che non solo le pasticcerie ma anche i konbini, convenience store di quartiere che si trovano in tutto il Giapppne, ne sono pieni. Dal 7Eleven al Lawson, ormai gli scaffali sono pieni di maritozzi. Qui vengono venduti accanto agli altri dolcetti giapponesi imbustati nella plastica (il che porta a fare qualche domanda sulla conservazione della panna, ma soprattutto se quella all'interno del maritozzo giapponese sia effettivamente panna), con prezzi che vanno dai 150 ai 250 yen, ossia massimo due euro e mezzo.
Il maritozzo è ora il protagonista di riviste di cucina giapponesi, spopola nelle classifiche culinarie e gli sono stati dedicate addirittura puntate in televisione. Come spesso accade, inoltre, questo dolce laziale ha subito delle variazioni dovute alle tradizioni del paese: e così, accanto al maritozzo classico con panna, troviamo le varianti con scorza d'arancia, crema, con fragole, cioccolato, uva, e chi più ne ha più ne metta. Nelle pasticcerie non è raro trovare maritozzi super decorati, spesso con sembianze di animali, in modo da renderli non solo buoni, ma anche carini e belli e vedersi.