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Impiegata accusa due colleghi di averla violentata nello spogliatoio dell’ospedale San Camillo

Due colleghi della ditta di pulizia e ristorazione dell’ospedale San Camillo di Roma irrompono nello spogliatoio femminile. Lì c’è un altra impiegata di 36 anni. La donna la immobilizza, l’uomo la violenta. Tutto ciò sarebbe accaduto il 3 marzo 2018. Oggi, i due sono a processo per violenza sessuale di gruppo ma non sono mai stati arrestati né allontanati dall’azienda. Continuano a lavorare con al vittima della violenza.
A cura di Luca Ferrero
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(La Presse)
(La Presse)

Sono le ore 19 del 3 marzo 2018, quando un'impiegata delle ditta appaltatrice per la ristorazione e la pulizia dell'ospedale San Camillo di Roma viene violentata da due colleghi. L'abuso si sarebbe consumato nello spogliatoio femminile, dove la donna 36enne si stava cambiando. Ora, i due dipendenti, un uomo e una donna, sono sotto processo per violenza sessuale di gruppo. A renderlo noto è il quotidiano Il Corriere della Sera. I due imputati non sono mai stati arrestati e continuano a lavorare nella stessa clinica insieme alla vittima.

Bloccata e violentata da due colleghi: l'incubo di una donna 36enne

Quella sera, nello spogliatoio, la donna viene sorpresa dall'ingresso dei due colleghi, un uomo e una donna, legati da una stretta amicizia dopo mesi di lavoro insieme. Per l'accusa, la situazione precipita rapidamente: la donna viene immobilizzata dalla collega e violentata dall'uomo. La vittima, però, decide di raccontare subito l'abuso ad altri colleghi e, dopo 24 ore, denuncia. Nel corso delle indagini, vengono sequestrati gli indumenti della donna e disposte le analisi: sugli abiti indossati quella sera viene rilevato materiale organico appartenente all'uomo. Così, il pm Claudia Alberti chiede e ottiene subito il rinvio a giudizio dei due accusati. Poi, durante il dibattimento, l'impiegata rivela un precedente fino a quel momento rimasto segreto: lo stesso uomo l'aveva molestata due settimane prima di quel 3 marzo. In quell'occasione, però, la donna sarebbe riuscita a fuggire dalle molestie. L'uomo dovrà difendersi anche da questa contestazione. Secondo quanto raccontato dalla donna, il 32enne, dopo il primo tentativo fallito, sarebbe tornato nello stesso spogliatoio con la complicità della sue collega e amica. Oggi, la vittima e i due imputati continuano a lavorare insieme nella stessa ditta, in attesa di una prima sentenza.

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