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Femminicidio Ilaria Sula a Roma

Ilaria Sula, il ruolo di due amici di Mark Samson: perché potrebbero essere suoi complici

Due persone vicine a Mark Samson sono sospettate di averlo aiutato in alcune fasi del femminicidio di Ilaria Sula. La loro posizione resta al vaglio degli inquirenti. Ecco perché.
A cura di Beatrice Tominic
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A sinistra Ilaria Sula, a destra Mark Samson.
A sinistra Ilaria Sula, a destra Mark Samson.
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Nel femminicidio di Ilaria Sula, la madre di Mark Samson potrebbe non essere l'unica persona ad averlo aiutato. Come si legge dall'ordinanza della convalida del fermo del ventitreenne, che ha confessato di aver ucciso la giovane e aver nascosto il corpo in una valigia, poi gettata in un dirupo dal Monte Guadagnolo, gli inquirenti vogliono cercare di chiarire la posizione di due persone vicine a Samson che potrebbero averlo aiutato in una o più fasi successive al femminicidio, consumato nell'appartamento di via Homs, nel quartiere Africano, fra il 25 e il 26 marzo scorsi, quando anche le coinquiline della giovane hanno geolocalizzato il suo telefonino in via Homs, dove si trova l'appartamento dei Samson.

Ilaria Sula.
Ilaria Sula.

A convincere chi indaga a svolgere maggiori approfondimenti, anche la versione fornita dallo stesso Samson, che non risulterebbe chiara in più punti tanto da non escludere il coinvolgimento di terze persone. Così dopo l'ammissione della madre, entrata in camera dopo aver sentito dei rumori ed aver aiutato il figlio a ripulire la stanza e l'intero appartamento dal sangue, al vaglio della Procura c'è la posizione di due amici di Samson.

Perché sono sospettati i due amici di Mark

Potrebbero aver aiutato Samson a trasportare il corpo. O, forse, a liberarsi del telefonino di Ilaria Sula. Non è escluso, però, stando alle ricostruzioni fornite da Samson in sede di interrogatorio, che possano aver avuto un ruolo cruciale per almeno una parte di depistaggi e movimenti sui social network partiti proprio dal telefonino della ragazza nei giorni successivi al delitto.

Secondo quanto riportato da Samson, infatti, sarebbe stato lui ad inviare alcuni messaggi dal telefono di Ilaria alle amiche e al padre della giovane. Non avrebbe ammesso, invece, di aver pubblicato la storia dal profilo Instagram di Sula, quella in cui, in una riga, si provava a tranquillizzare amici e parenti. "Sto bene. Grazie a tutti", si leggeva. 

A sinistra Ilaria Sula in una foto di gruppo, a destra la storia pubblicata dal suo profilo Instagram la sera di domenica 30 marzo.
A sinistra Ilaria Sula in una foto di gruppo, a destra la storia pubblicata dal suo profilo Instagram la sera di domenica 30 marzo.

Gli amici di Mark Samson e il telefonino di Ilaria Sula: tutti i passaggi sospetti

La presenza di altre due persone e la loro collaborazione spiegherebbe alcune lacune nel racconto di Samson sull'accaduto. Se, come ha dichiarato lui stesso, ha ucciso Ilaria Sula la mattina del 26 marzo, potrebbe essersi avvalso della collaborazione di persone fidate per spostare il corpo, in una valigia e due sacchi, dall'appartamento all'automobile, parcheggiata ad un centinaio di metri dall'abitazione, cercando di passare inosservato.

Mark Samson, alcuni dei messaggi fra lui e le amiche di Sula, Ilaria Sula.
Mark Samson, alcuni dei messaggi fra lui e le amiche di Sula, Ilaria Sula.

Per quanto riguarda il mistero del telefonino, invece, sarebbe utile un confronto con le analisi delle celle telefoniche. Il telefonino di Ilaria Sula, infatti, risulta geolocalizzato in zona Tor Marancia, nella tarda serata del primo aprile quando Samson si è incontrato con i due, come da abitudine. L'ipotesi, che poi ha contribuito alla convalida del fermo, è che Samson avesse portato con sé il telefono. Ma non sono esclusi ulteriori accertamenti. Nei giorni successivi al femminicidio, infatti, il telefonino della giovane risulta agganciato non solo alla cella in cui rientra l'abitazione dei Samson, ma anche a una seconda cella, che potrebbe essere compatibile con i luoghi più frequentati da uno dei due amici.

Ilaria Sula e Mark Samson.
Ilaria Sula e Mark Samson.

La complicità della madre: "Ho sentito dei rumori, sono entrata. E ho aiutato a ripulire il sangue"

Prima degli accertamenti sui due ragazzi che non risultano iscritti al registro degli indagati e che sono già interrogati dagli inquirenti, le verifiche si sono concentrate sul ruolo della madre di Samson. Al momento del delitto, il padre si sarebbe trovato al lavoro e per questo risulta essere estraneo al femminicidio. La madre invece era in casa. In un primo interrogatorio, in cui aveva spiegato di non avere simpatia per la ex fidanzata del figlio, aveva detto di aver passato la notte nel sonno e poi di essere uscita. Qualche giorno dopo ha ritrattato la sua posizione e ha ammesso la complicità: "Ho sentito un rumore dalla camera e sono entrata. Ho aiutato mio figlio a ripulire il sangue".

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