Ilaria Cucchi va in carcere a incontrare gli attivisti di Ultima Generazione arrestati: “Misura spropositata”
Un'altra notte in carcere aspetta gli attivisti e le attiviste di Ultima Generazione. Dopo l'arresto lunedì scorso, 4 dicembre, per l'ultimo blocco stradale lungo la Roma-Civitavecchia a Torrimpietra nell'ambito della campagna Fondo Riparazione, non sono ancora stati rilasciati i dodici attivisti e attiviste in arresto.
L'udienza per direttissima si sarebbe dovuta tenere questa mattina: appuntamento invece per domani per l'udienza di convalida dell'arresto. Rischiano fino a cinque anni di carcere. A trovarli, nel carcere di Regina Coeli, la senatrice Ilaria Cucchi e la deputata Francesca Ghirra, del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Il colloquio con attivisti e attiviste è durato circa un'ora.
"Alla destra il dissenso fa paura, per questo gli attivisti sono un bersaglio", aveva scritto la senatrice sul suo account Instagram qualche ora prima di essere ricevuta a Regina Coeli.
"Già da tempo seguo le vicende degli attivisti e delle attiviste di Ultima Generazione – ha dichiarato a Fanpage.it una volta uscita della prigione Ilaria Cucchi – È vero, portano avanti la loro protesta con modalità facilmente contestabili. Ma dobbiamo ascoltarli non punirli. Il loro è un grido di allarme che non possiamo ignorare".
Fra i dodici arresti, non solo giovanissime e giovanissimi, anche un trentacinquenne e una quarantunenne: "Sono arrabbiati con la nostra generazione perché non riusciamo a trovare soluzioni sulla questione ambientale. Invece di ascoltarli, sono stati messi in carcere".
L'incontro con gli e le attiviste
Senatrice e deputata sono entrate insieme a Regina Coeli per sostenere gli attivisti e le attiviste in arresto. "Sono andata da loro in carcere per accertarmi delle loro condizioni: li ho trovati fisicamente bene, ma mentalmente provati – continua la senatrice – Sereni non è proprio il termine adatto per descriverli. Erano molto disorientati. Sono sempre andati a manifestare mettendo in conto la possibilità di essere punibili con le sanzioni, ma non con un arresto. Invece stanno passando più di due giorni in carcere", sottolinea.
"Sono rimasta allibita anche della modalità con cui è avvenuto il fermo: sono stati trattati come se fossero criminali incalliti, ammanettati e lasciati con le mani dietro la schiena per ore. Una situazione di umiliazione", aggiunge. "Io sono davvero spaventata: da vicepresidente della Commissione Giustizia so bene che ogni settimana sono arrivate nuove proposte: è questo che sta facendo la destra, mantenendo le promesse ai propri elettori. Parlano alla pancia delle persone, gridano alla necessità di sicurezza per poi arrivare ad estendere le restrizioni: nel loro mirino ci sono quasi sempre i giovani. Ho paura, perché questo modo di fare mette a rischio il diritto di manifestare. Trovo tutto veramente esagerato e spaventoso", continua. "Sono andata a trovarli in carcere anche per far sentire loro che la società esterna è con loro".
Le altre reazioni
Ghirra e Cucchi non sono state le uniche personalità a mobilitarsi in difesa di attivisti e attiviste. Oltre a loro, ad esempio, anche lo scrittore Erri De Luca ha dichiarato su X (l'ex Twitter) di stare dalla parte degli attivisti.
"Mi sembra invece molto grave che dei ragazzi che hanno bloccato per dieci minuti il traffico, siano in galera. I crimini veri uccidono migliaia di persone, eppure chi li commette a volte siede nei governi. I crimini veri distruggono il Creato, eppure chi li commette siede ai vertici di multinazionali multimiliardarie. Io sto con quei ragazzi, che sono i nostri figli", è stato invece il commento di Luca Casarini, attivisti italiano no-global.
E, per finire, non è mancato il commento di Maura Gancitano e Andrea Colamedici, filosofi e editori di Tlon: "Diamo sostegno a chi sta mettendo il proprio corpo per fare luce sulle conseguenze del cambiamento climatico e delle enormi disparità economiche e sociali – hanno fatto sapere – Non possiamo fare finta di niente.”
La petizione di Ultima Generazione
"Sono in arresto per aver bloccato una strada per 3o minuti": questo si legge nelle prime righe di descrizione della petizione creata per chiedere la liberazione immediata dei dodici attivisti e attiviste. "Siamo sotto attacco e con noi il diritto a protestare in maniera pacifica – scrivono da Ultima Generazione – Chiediamo che si smetta di ordinare l'arresto in flagranza per dei semplici blocchi stradali".
Il blocco a Torrimpietra: gli attivisti si incollano alla strada e un automobilista tenta di investirli
Si sono riuniti lunedì mattina verso le ore 9.20 e hanno occupato la carreggiata, sedendosi sull'asfalto e creando scompiglio, con la loro azione di resistenza civile non violenta. In breve tempo si sono trovati addosso l'ira degli automobilisti incolonnati nel traffico. Uno di loro, che si è fatto largo nella corsia di emergenza, una volta arrivato davanti ai manifestanti li ha alzati di peso e ha provato a spostarli. Si sono presto riseduti ai loro posti. Così l'automobilista è salito in macchina e ha dato gas, rischiando di investirli.
L'arresto
Come avviene durante ogni manifestazione di Ultima Generazione, ragazzi e ragazze sono state alzate di peso e portate in caserma. Dopodiché sono stati trasferiti in carcere, con l'accusa di violenza privata aggravata e attentato alla sicurezza dei trasporti. Solo che poi, anziché rilasciarli poco dopo, è stato disposto che restassero in carcere per due notti, a cui ne è stata aggiunta una terza prima della convalida dell'arresto fissata per domani mattina.