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Il vice presidente della Camera Rampelli propone di realizzare all’Eur l’arco imperiale

Tra i progetti previsti per l’Esposizione Universale del 1942, da cui nacque il quartiere dell’Eur (Esposizione Universale Eur), c’era la realizzazione di un arco di dimensioni monumentali, un arco imperiale gigantesco: “L’Arco dell’Acqua e della Luce”.
A cura di Enrico Tata
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Il vice presidente della Camera Fabio Rampelli ha scritto una lettera al Corriere della Sera per denunciare la scarsa attenzione che viene riservata, a suo dire, all'architettura razionalista presente a Roma. "A tutt’oggi è scarsamente valorizzata. E talvolta oltraggiata da interventi invasivi, due per tutti: lo Stadio Centrale del Tennis al Foro Italico e il «palloide in gabbia» o Nuvola di Fuksas all’Eur", ha scritto Rampelli.

La sua proposta è quella di realizzare all'Eur ‘l'Arco di Libera': "Se realizziamo architetture alla Dubai, un imprenditore sceglierà Dubai. È anche per questo, per portare turisti verso la città moderna, sarebbe utile realizzare l’Arco di Libera. In cemento, in acciaio, a fasci di luce, ma la porta a Roma da sud si deve fare. Mi auguro, come avvenuto per Asmara, che l’Eur possa essere inserito nel patrimonio dell’Unesco e diventare «Capitale» europea del razionalismo, sviluppando così la sua natura".

Tra i progetti previsti per l'Esposizione Universale del 1942, da cui nacque il quartiere dell'Eur (Esposizione Universale Eur), c'era la realizzazione di un arco di dimensioni monumentali, un arco imperiale gigantesco: "L'Arco dell'Acqua e della Luce". L'opera doveva sorgere dove fu poi costruito il Palazzo dello Sport, ma non fu mai realizzata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Doveva rappresentare il simbolo di quell'Esposizione.

L'idea di realizzare l'arco monumentale progettato dall'architetto Adalberto Libera è stata ripresa negli ultimi decenni e nel 2007, giunta Veltroni, il consiglio comunale votò una delibera che destinava 30 milioni di Euro per la realizzazione dell’arco in Project Financing.

Nel 2010 anche l'allora sottosegretario alla Cultura, Francesco Maria Giro, rilanciò il progetto,  con l'ex amministratore delegato di Eur Spa Riccardo Mancini, che commentò: "L'opera contribuirebbe al processo di valorizzazione del tessuto urbanistico dell'Eur, per molto tempo oggetto di una damnatio culturale e oggi giustamente al centro di un rinnovato interesse da parte dell'Amministrazione capitolina e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Realizzare l'Arco di Libera all'Eur come monumento capace di esprimere simbolicamente l'interesse per la conservazione dei caratteri identitari del proprio passato architettonico e urbanistico e al contempo la capacità di progettare il proprio futuro, rappresenta per Roma la volontà di valorizzare il proprio patrimonio culturale con un progetto in grado di esprimere il senso di una rinnovata modernità".

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