185 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il turista rimasto in attesa dell’ambulanza per 3 ore: “Prima che arrivasse, abbiamo fatto 29 chiamate”

“Abbiamo fatto 29 chiamate per sollecitare l’arrivo dell’ambulanza: sono arrivati tre ore e mezza dopo”. Questo il racconto del turista milanese caduto sulle scale mobili alla stazione Termini due giorni fa.
A cura di Beatrice Tominic
185 CONDIVISIONI
L'uomo caduto sulle scale mobili alla stazione Termini insieme alla moglie.
L'uomo caduto sulle scale mobili alla stazione Termini insieme alla moglie.

Pronto soccorso nel caos e ambulanze fuori uso a causa del blocco della barella: così si presentano gli ospedali laziali e romani negli ultimi giorni. Emblematico il caso del turista rimasto in attesa dell'ambulanza per tre ore nella centralissima stazione di Roma Termini, principale snodo ferroviario della capitale. "Ma è una situazione grave in tutta Italia", sottolinea raggiunto telefonicamente da Simona Berterame per Fanpage.it. "Sono caduto dalle scale mobili e sono rimasto sdraiato a terra per tre ore e mezza, nonostante i solleciti: abbiamo chiamato 29 volte prima che arrivasse l'ambulanza".

Il racconto del turista milanese

"Mi trovavo nella metropolitana insieme a mia moglie e mia sorella, dovevamo prendere il treno alle 13.10, erano le 11 e abbiamo deciso di andare nella sala d'attesa di Italo prima della partenza – racconta il turista a Fanpage.it – Siamo saliti sulla scala mobile con le valigie, si vede che qualcuno ha toccato uno dei bagagli passando per le scale mobili. Deve aver fatto sballottare mia moglie che è caduta addosso a me e io, a mia volta, sono precipitato all'indietro fino a ritrovarmi alla fine delle scale mobili".

Bloccato per tre ore in attesa dell'ambulanza

L'uomo è stato soccorso immediatamente: "Si sono accorti dell'emergenza e hanno fermato la scala mobile: è una fortunata, altrimenti non so come sarebbe andata a finire", precisa. "C'erano dei poliziotti in borghese che hanno subito chiamato l'autoambulanza. Io sono rimasto giù, sdraiato per terra, perché non mi potevo muovere".

"È una vergogna – continua – Ho trascorso così tre ore e mezza: sempre nella stessa posizione perché avevo la rotula del ginocchio girata e muovendomi avrei rischiato di fare peggio. Il personale di Italo mi ha chiesto se volessi qualcosa da bere. Nel giro di tre ore e mezza ho fatto 29 solleciti. E soltanto dopo quelle 29 chiamate è arrivata l'ambulanza".

L'arrivo in ospedale

Non appena salito in ambulanza è stato trasportato all'Umberto I. "Mi hanno detto che non potevano farmi la radiografia perché mi trovavo in barella. Così mi hanno spostato su una sedia a rotelle: non capisco che differenza faccia – si chiede – Comunque è passata un'altra ora prima della radiografia: di rotto per fortuna non c'è niente, solo il menisco è uscito, la rotula è fuori", specifica.

"Una volta entrato in ambulanza nessuno mi ha chiesto nulla, sembra non mi interessasse – continua – Alla fine ho perso più tempo ad aspettare l'autoambulanza che in ospedale il mio turno per la visita. Dopo le cure sono stato mandato a casa. E il personale di Italo con il referto dell'ospedale ci ha cambiato il biglietto il biglietto di ritorno". Poi conclude: "Avevamo passato cinque giorni bellissimi, l'ultima ora ci ha rovinato la vacanza. Non sono arrabbiato, si vede che doveva succedere ed è successo, può capitare un imprevisto. Ma attese così lunghe sono una vergogna".

Perché l'attesa dell'ambulanza è stata così lunga

Un colpo di sfortuna? Purtroppo quello del ritardo delle ambulanze non è una novità. Lo avevamo già segnalato lo scorso anno e da fine novembre i sindacati sono tornati a parlarne: è allarme per un nuovo blocco delle ambulanze nei pronto soccorso romani. "Qualche giorno fa si stimavano almeno 20 mezzi bloccati contemporaneamente negli ospedali: i pazienti soccorsi vengono trattenuti in barella al pronto soccorso, ma senza la barella le ambulanze non possono ripartire. Questo è un fenomeno che torna ciclicamente alla ribalta, occorre trovare soluzioni – ha dichiarato ieri a Fanpage.it Alessandro Saulini, segretario NurSind Ares 118 – La causa non è da ricercare in quanto accaduto qualche giorno fa all'ospedale di Tivoli: nelle situazioni emergenziali, come in questo caso, Ares 118 dimostra di essere in grado di funzionare pienamente. Il problema è nelle situazioni ordinarie: occorre implementare i mezzi e adottare una revisione di alcune procedure operative prima fra tutte quella relativa alla decisione dell'ospedale di destinazione del paziente soccorso, la cosiddetta soglia".

185 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views