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Il termovalorizzatore di Roma si farà: perché il tar del Lazio ha respinto tutti i ricorsi

Il tar del Lazio ha rigettato tutti i ricorsi presentati contro il termovalorizzatore di Roma perché “destituiti di fondamento”.
A cura di Enrico Tata
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Il terreno dove sorgerà il termovalorizzatore, molto più vicino ai Castelli Romani che alla capitale.
Il terreno dove sorgerà il termovalorizzatore, molto più vicino ai Castelli Romani che alla capitale.

Il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi presentati da comitati, associazioni e comuni dei Castelli Romani contro la realizzazione del termovalorizzatore di Roma. Secondo i giudici essi sono "destituiti di fondamento".

"Quella del Tar è una decisione importante che salutiamo con grande favore. Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa che è partita e che quindi andrà avanti", ha commentato il sindaco di Roberto Gualtieri. "Una città senza impianti è una città che non può avere un sistema ordinario funzionante di raccolta ed è una città che tra l'altro inquina ed emette Co2", ha detto ancora il sindaco.

La sentenza del Tar, ha aggiunto l'assessora capitolina all'Ambiente, Sabrina Alfonsi, è "riconosce la piena compatibilità del Piano dei Rifiuti di Roma Capitale con il sistema normativo delineato dagli strumenti di programmazione regionali e nazionali e con la normativa europea di settore, come noi abbiamo sempre sostenuto, nonché sancisce in modo netto l'infondatezza delle censure di legittimità poste dai ricorrenti. Un documento, quello stilato dai giudici amministrativi di primo grado che aiuta anche a fare chiarezza su tanti argomenti che in questi mesi sono stati utilizzati in modo fazioso da coloro si sono opposti alla realizzazione degli impianti per la gestione industriale dei rifiuti della Capitale".

Secondo i giudici "la risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e e realizzazione di nuovi impianti, compreso il compreso il termovalorizzatore" ha "attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare" imprese e investimenti.

Nella sentenza inoltre si ribadisce che non c'è dubbio sul requisito "della necessità e urgenza l'esistenza di una situazione emergenziale" derivante "dal maggiore afflusso di individui" durante il Giubileo.

Inoltre, ancora a Santa Palomba, sito dove dovrebbe sorgere l'impianto, "non insiste alcun fattore escludente di tutela integrale".

Si legge ancora:

appare oltre modo dubbia la possibilità di istituire raffronti tra impianti ontologicamente diversi (inceneritori e centrali di produzione energia), e non può obliterarsi che gli impianti di recupero di energia dai rifiuti, residuali alla raccolte differenziate e alle altre modalità di recupero e riciclo, fanno parte della gerarchia dei rifiuti, e sono comunque necessari alla chiusura del ciclo di gestione rifiuti, rendendo – come deve essere – residuale lo smaltimento in discarica, e costituendo punto importante del Piano energetico nazionale, anche in funzione della riduzione dell’utilizzo di fonti fossili.

Dura la risposta al pronunciamento dei giudici da parte del Comitato No Inceneritore, che parla di "sentenza politica". "Quando il fronte unico dell'incenerimento, che muove le leve del comando, è compatto, rende le nostre lotte più difficili perché condotte contro l'intero sistema di potere che governa, attraverso il neoconsociativismo, la capitale della corruzione e degli affarismi sfrenati. Oggi segna per noi l'inizio di una nuova fase: quella dell'opposizione a oltranza, ancor più radicale e intransigente verso tutti i sostenitori del mega impianto che condanna a morte un intero territorio abitato da decine di migliaia di persone, vittime di una barbarie ambientale senza precedenti, di un abominio giuridico e di una politica senza scrupoli".

A sostegno dei comitati si sono schierati gli esponenti del Movimento 5 Stelle: "Come gruppi consiliari capitolini rimarremo a fianco dei comitati che hanno presentato i ricorsi. La lotta contro l'ecomostro di Santa Palomba non si ferma certo qui perché siamo perfettamente consapevoli che oggi esistono delle alternative non inquinanti e altamente funzionali allo scopo cardine, che deve essere quello di seguire non più la logica del bruciare il rifiuto ma del riciclo. L'incenerimento indiscriminato di tonnellate e tonnellate di rifiuti va infatti contro qualsiasi principio di economia circolare e transizione ecologica".

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